Agrigento, 6 dicembre 2025 – Le mura della Camera di Commercio di via Atenea si trasformano in una galleria a cielo aperto: da mercoledì 3 dicembre, per la prima volta in Italia, la Banksy Modeste Collection arriva ad Agrigento, città insignita del titolo di Capitale italiana della Cultura 2025. L’evento, organizzato dalla Fondazione Agrigento Capitale italiana della Cultura insieme alla Banksy Modeste Collection, porta in Sicilia circa 180 opere dell’artista britannico, dopo aver toccato 17 città francesi e attirato oltre 370 mila visitatori.
Banksy sbarca ad Agrigento: arte che fa pensare
Non è la solita mostra. Banksy è un simbolo della street art mondiale, ma resta un mistero: nessuno conosce il suo vero volto. Le sue opere, spesso dipinte su muri, ponti e strade, sono diventate un grido contro le ingiustizie sociali. “Siamo orgogliosi di ospitare ad Agrigento una mostra che non è solo cultura, ma un momento di crescita civile”, ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante la presentazione. “La Banksy Modeste Collection porta nella nostra terra un messaggio forte, che parla ai giovani e agli adulti, spingendo tutti a riflettere sul mondo che vogliamo costruire”.
La mostra, allestita nelle due sale principali della Camera di Commercio, resterà aperta fino al 21 dicembre. L’ingresso è gratuito: dalle 9 alle 11 riservato alle scuole, poi fino alle 19 aperto a tutti. Ogni opera è accompagnata da una didascalia che ne spiega il senso, un aiuto importante per chi si avvicina per la prima volta al linguaggio diretto e provocatorio di Banksy.
Tra denuncia e speranza: il racconto delle opere
Le opere in mostra ad Agrigento affrontano i temi che Banksy ha sempre messo al centro: conformismo, guerra, giustizia, pace, libertà, inquinamento, sfruttamento dei minori e maltrattamenti sugli animali. I suoi celebri “rats” – topi che, secondo lui, sopravvivrebbero a un olocausto nucleare meglio degli uomini – si alternano a scimmie, bambini, anziani, poliziotti e gatti. Un vero e proprio bestiario urbano che racconta le contraddizioni del nostro tempo.
“Questa mostra è un’opportunità unica per Agrigento e la sua gente di confrontarsi con il messaggio di un artista unico nel panorama mondiale”, ha dichiarato Maria Teresa Cucinotta, presidente del Cda della Fondazione Agrigento Capitale italiana della Cultura. Tra le opere esposte c’è anche una sezione dedicata al famoso hotel che Banksy ha comprato in Palestina, il Walled Off Hotel, decorato con altri artisti e gestito da palestinesi. Un modo, ha spiegato la curatrice locale, “per mettere sotto i riflettori la realtà che vive la Palestina”.
Immigrazione e accoglienza: il cuore del Mediterraneo
Non poteva mancare uno spazio dedicato all’immigrazione. Ad Agrigento, città di frontiera e simbolo di accoglienza, si racconta la storia della nave Louise Michel, finanziata da Banksy. Sullo scafo spicca la celebre bambina con il palloncino rosso, diventata il simbolo dei soccorsi ai migranti nel Mediterraneo. In mostra anche “Welcome Mat”, uno zerbino realizzato con giubbotti di salvataggio abbandonati sulle spiagge dai migranti.
Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ha sottolineato il valore simbolico dell’evento: “È un onore, da Capitale italiana della Cultura, ospitare questa mostra al suo debutto in Italia; un progetto che coinvolge le nostre associazioni e racconta meglio di chiunque altro la storia di una città che da sempre è simbolo di accoglienza”.
Una mostra costruita insieme alla città
All’allestimento hanno preso parte diverse realtà locali: Tierra Techo Trabajo Aps, Yard 44, Scaro Cafè e Arci John Belushi Agrigento. La presenza delle associazioni dimostra quanto l’evento sia radicato nel tessuto cittadino. Dopo il successo in Francia – dove sono stati raccolti quasi 400 mila euro per progetti sociali – la tappa siciliana punta a coinvolgere scuole, famiglie e visitatori da tutta Italia.
La mostra segna un momento importante nel cammino di Agrigento verso la chiusura del suo anno da Capitale della Cultura. Un’occasione per guardare alle sfide di oggi con lo sguardo tagliente e ironico di Banksy. E per riscoprire, tra le vie del centro storico, il potere trasformativo dell’arte pubblica.










