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Trump svela la sua nuova strategia: focus su America Latina e migrazione

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Trump svela la sua nuova strategia: focus su America Latina e migrazione
Trump svela la sua nuova strategia: focus su America Latina e migrazione
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Washington, 5 dicembre 2025 – L’amministrazione del presidente Donald Trump ha svelato oggi una nuova strategia di sicurezza nazionale che cambia decisamente direzione: gli Stati Uniti riducono il loro impegno globale per puntare tutto sull’America Latina e sulla lotta all’immigrazione. Il documento diffuso questa mattina dalla Casa Bianca parla chiaro: è tempo di “ridisegnare la presenza militare” e di fare del controllo delle frontiere la colonna portante della sicurezza americana.

Meno impegno nel mondo, più attenzione all’America Latina

La nuova Strategia per la sicurezza nazionale, pubblicata oggi alle 9 ora locale, dice che gli Stati Uniti vogliono “affrontare le minacce più urgenti nel nostro emisfero”. Così si spostano risorse e sguardi dall’Asia e dal Medio Oriente verso il continente americano. Nel testo si legge che “l’importanza di certe aree per la nostra sicurezza è diminuita negli ultimi decenni”. Secondo fonti diplomatiche a Washington, questo lascia intendere una possibile riduzione della presenza militare in zone come l’Europa orientale e il Pacifico.

Il documento, firmato da Trump e presentato dal consigliere per la sicurezza nazionale Mark Evans, promette di “ripristinare la supremazia americana” in America Latina. Per farlo, rivedrà gli accordi di cooperazione con Paesi come Messico, Colombia e Brasile. “Dobbiamo rafforzare i nostri legami con i partner regionali per combattere traffici illegali e minacce che oltrepassano i confini”, ha spiegato Evans durante un briefing con la stampa.

Immigrazione e sicurezza delle frontiere: il cuore della strategia

Il punto più netto riguarda proprio l’immigrazione. “L’era delle migrazioni di massa deve finire”, si legge senza giri di parole nel documento. La Casa Bianca definisce il controllo delle frontiere “il fulcro della sicurezza nazionale”. Una linea che riflette le priorità già espresse da Trump in campagna elettorale e nei primi mesi del suo secondo mandato.

“Dobbiamo proteggere il Paese non solo da migrazioni incontrollate, ma anche da minacce come terrorismo, droga, spionaggio e traffico di esseri umani”, recita un passaggio della strategia. Il testo non entra nel dettaglio sulle misure, senza menzionare nuovi muri o restrizioni sui visti. Ma fonti interne parlano di un rafforzamento dei controlli al confine sud-occidentale e di più risorse per le agenzie federali.

Le prime reazioni: tra critiche e approvazioni

La nuova strategia ha subito acceso dibattiti, sia negli Stati Uniti che all’estero. In Congresso, i democratici hanno criticato la decisione di “ritirarsi” dagli impegni internazionali. “Ritirarsi dal mondo non rende l’America più sicura”, ha detto la senatrice Elizabeth Warren. I repubblicani invece hanno accolto con favore il cambio di rotta. “Finalmente si mette al primo posto l’interesse degli americani”, ha commentato il deputato texano John Miller.

In America Latina, le risposte sono state più caute. Il ministro degli Esteri messicano Luis Ramírez ha osservato che “ogni Paese ha il diritto di fissare le proprie priorità”, ma ha sperato che la cooperazione bilaterale non venga ridotta. Più duro il presidente colombiano Gustavo Ortega, che ha sottolineato: “Serve collaborazione, non isolamento”.

Un futuro incerto per la politica estera americana

Resta da vedere quali saranno gli effetti concreti di questa nuova strategia. Alcuni esperti del Council on Foreign Relations avvertono che ridurre la presenza militare in altre parti del mondo potrebbe far traballare equilibri già fragili, soprattutto in Medio Oriente e nell’Indo-Pacifico. Altri temono che il focus sull’America Latina porti a pressioni maggiori su governi considerati ostili o instabili.

Per ora, la Casa Bianca non ha detto quando e come avverrà il “riadattamento” della presenza militare. Solo allora – dicono fonti diplomatiche europee – si potrà capire l’impatto reale della strategia. Ma oggi a Washington il messaggio è chiaro: meno mondo, più confini. E una priorità che torna a guardare dentro casa.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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