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Lauree e disoccupazione: ecco quelle che trovano lavoro (e quelle che ti mettono in difficoltà)

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Il rapporto AlmaLaurea 2025 svela quali facoltà garantiscono occupazione e quali invece rendono più complicato l’ingresso nel mondo del lavoro

C’è un dato che colpisce più di tutti: in Italia non tutte le lauree offrono le stesse opportunità. L’ultimo rapporto AlmaLaurea 2025, basato sull’analisi di 690.000 laureati, conferma che il mercato del lavoro continua a favorire in modo netto le competenze tecnico-scientifiche.

Ingegneria, medicina, ICT ed economia restano in vetta alla classifica dell’occupazione; i percorsi umanistici, linguistici e politico-sociali — pur in recupero — continuano a partire più lentamente.

Il dato generale, però, è positivo: l’occupazione cresce su tutte le fasce temporali, e raggiunge livelli record sia a un anno dal titolo che dopo cinque anni, come riferisce anche alanews nella sua indagine.

Occupazione in crescita: quasi 9 laureati su 10 trovano lavoro entro cinque anni

Un anno dopo la laurea, il 78,6% dei giovani è già occupato, con un incremento significativo rispetto al 2023. A tre anni il dato supera il 90% per molte discipline e, a cinque anni, si sfiora la piena occupazione:

  • 92,8% tra i laureati triennali

  • 89,7% tra i magistrali

Sono numeri che non si vedevano da oltre dieci anni e indicano un mercato più dinamico, anche se ancora distante dagli standard europei: l’Italia resta sotto il tasso di occupazione UE e lontana dagli obiettivi fissati per il 2030.

Lauree che funzionano: chi trova lavoro più in fretta

In cima alla classifica ci sono i percorsi che il mercato assorbe senza esitazioni.

Ingegneria industriale e dell’informazione vola: 92,9% di occupazione a un anno, fino al 95,6% a cinque anni.
Ottime performance anche per informatica e ICT, per il settore medico-sanitario e farmaceutico, per architettura e ingegneria civile, e per il gruppo economico.

Anche agraria, veterinaria e scienze motorie mostrano risultati stabili e in crescita, con percentuali che sfiorano il 90% nel medio periodo. Il mercato premia competenze tecniche, trasversali e immediatamente spendibili.

Le lauree in difficoltà: chi fa più fatica (ma poi recupera)

Le aree più fragili restano quelle umanistiche, linguistiche, psicologiche e giuridiche, dove l’ingresso nel mondo del lavoro è più incerto.

Eppure, il recupero nel medio periodo è sorprendente:

  • psicologia cresce di oltre 45 punti tra il primo e il quinto anno

  • linguistico di 35 punti

  • letterario di quasi 35 punti

  • giuridico dall’58% a oltre l’84%

Il messaggio è chiaro: alcune facoltà richiedono più tempo per trovare stabilità, ma non costituiscono un “vicolo cieco”. I laureati recuperano strada facendo, soprattutto grazie a percorsi professionalizzanti e specializzazioni mirate.

Cosa ci dice davvero il rapporto AlmaLaurea 2025

Il mercato del lavoro premia chi ha competenze tecniche e digitali, ma non condanna chi sceglie percorsi più lenti o legati alle discipline umanistiche. La differenza è nei tempi di ingresso e nella qualità delle opportunità iniziali.

In un contesto ancora inferiore alla media europea, l’Italia mostra segnali di miglioramento: più occupazione, più stabilità, più recupero nel medio periodo.

La scelta dell’università resta cruciale, ma il rapporto AlmaLaurea 2025 lo conferma: non esistono lauree “inutili”, esistono percorsi diversi che richiedono strategie diverse.

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