Roma, 4 dicembre 2025 – L’Italia si conferma protagonista nella nuova corsa verso la Luna. Tra Torino e altri centri d’eccellenza, il nostro sistema industriale sta mettendo insieme le infrastrutture fondamentali per riportare e far restare l’uomo sul nostro satellite naturale. A spiegarlo questa mattina è stato Massimo Claudio Comparini, responsabile della Divisione Spazio di Leonardo, durante gli Aerospace & Defence Meeting. “La Luna sarà il nostro laboratorio del futuro, la base da cui partire per scoperte nuove e per la sfida ancora più grande di Marte”, ha detto davanti a una platea di esperti e studenti.
L’Italia guida la nuova corsa alla Luna
I dati presentati durante l’incontro parlano chiaro: l’Italia è il secondo Paese al mondo, subito dopo gli Stati Uniti, per importanza nei programmi di ritorno sulla Luna. Un traguardo che si deve a una filiera solida, fatta di grandi aziende come Leonardo e le sue controllate, Thales Alenia Space e Telespazio. Proprio a Torino si sta sviluppando quasi l’80% della futura stazione spaziale lunare. “Stiamo costruendo gli habitat, i sistemi di navigazione, le comunicazioni e la robotica per esplorare i pianeti”, ha spiegato Comparini, sottolineando che molte tecnologie sono già a buon punto.
Tra i progetti più importanti ci sono la prima casa lunare per gli astronauti, il modulo Mph, e il lander europeo Argonaut, il primo a operare direttamente sulla superficie lunare. C’è poi il sistema europeo di comunicazione e navigazione Moonlight, pensato per garantire collegamenti stabili tra Terra e Luna. “Con questo impegno stiamo gettando le basi di una nuova era spaziale, in cui l’Italia non solo segue, ma guida e apre nuove strade verso il futuro”, ha aggiunto il manager.
Industria italiana in prima linea, tra contratti e innovazioni
Negli ultimi mesi Leonardo e le sue joint venture hanno ottenuto diversi contratti per sviluppare tecnologie legate al programma internazionale Artemis, guidato dalla NASA con il contributo dell’Agenzia Spaziale Europea. Dalle infrastrutture in orbita ai moduli abitativi, dalla robotica avanzata ai cloud e data center spaziali: l’industria italiana è coinvolta in ogni fase, dalla progettazione alla costruzione.
A Torino, dove si concentrano molte attività, lavorano centinaia di ingegneri e tecnici specializzati. “La nostra città è diventata un punto di riferimento per tutto il settore”, racconta un ingegnere di Thales Alenia Space, incontrato nei corridoi dello stabilimento di corso Marche. “Ogni giorno ci troviamo davanti a nuove sfide: miniaturizzare i componenti, gestire dati in tempo reale, e molto altro”.
La Lunar Economy: un mercato da 142 miliardi di euro
Durante gli Aerospace & Defence Meeting sono state presentate stime che parlano chiaro: la cosiddetta Lunar Economy potrebbe arrivare a valere 142 miliardi di euro entro il 2040. Un mercato che non riguarda solo le infrastrutture spaziali, ma anche i servizi di comunicazione, navigazione e gestione dati. “Stiamo assistendo a una trasformazione profonda”, ha spiegato Comparini, “che coinvolgerà ricerca, industria e formazione”.
L’Italia non si limita a produrre: Leonardo e le sue controllate partecipano anche alla definizione degli standard tecnologici europei per una presenza sostenibile degli astronauti sia in orbita bassa terrestre sia sulla Luna. Un ruolo che, secondo gli esperti, potrebbe diventare ancora più importante nei prossimi anni, grazie all’esperienza accumulata nei programmi internazionali.
La Luna come trampolino verso Marte
La presenza italiana nei progetti lunari è anche un passo verso mete più lontane. “Solo da qui potremo davvero pensare a Marte”, confida un ricercatore dell’Agenzia Spaziale Italiana. La Luna non è più solo una meta scientifica, ma un banco di prova per tecnologie che serviranno nelle missioni interplanetarie future.
In attesa dei prossimi lanci, previsti tra il 2026 e il 2028, l’industria italiana continua a investire in ricerca e sviluppo. “Non è solo una questione di orgoglio nazionale”, conclude Comparini, “ma un’occasione concreta per creare lavoro qualificato e innovazione”. Intanto, nei corridoi degli stabilimenti torinesi, si respira già l’attesa per la prossima sfida: portare un pezzo d’Italia sulla superficie della Luna.










