New York, 4 dicembre 2025 – Francesco Costabile, regista calabrese di 45 anni, ha portato ieri a New York il suo film Familia, scelto dall’Italia per la corsa agli Oscar come miglior film internazionale. Da quel giorno, che sembrava quasi uno scherzo, sono passati meno di tre mesi. Eppure, Costabile è già immerso nel lavoro sul terzo capitolo della sua trilogia dedicata alla violenza di genere. “Anche stavolta racconterò una storia vera, quella di una donna italiana che ha avuto un ruolo importante nella lotta alla criminalità organizzata”, ha detto, con gli occhi lucidi, durante la serata di apertura del festival Italy On Screen New York.
Familia: la sfida agli Oscar è già partita
Il 16 dicembre l’Academy svelerà la prima shortlist con 15 titoli scelti tra 86 film internazionali. Solo allora si capirà se la vicenda di Luigi Celeste – un ragazzo cresciuto in una casa segnata dalla violenza del padre verso la madre, Licia – avrà conquistato i giurati americani. “Questa è una storia in cui ci riconosciamo un po’ tutti. È tragica, certo, ma anche universale. La violenza, anche quella psicologica, la conosciamo più o meno tutti”, ha raccontato Costabile. Per preparare Familia, il regista ha lavorato a stretto contatto con i centri antiviolenza italiani.
Il film, prodotto da Tramp Limited e presentato dal produttore Gaetano Maiorino, è stato proiettato in anteprima davanti a una platea selezionata di giurati e addetti ai lavori. L’evento, organizzato da Loredana Commonara, ha segnato la decima edizione del festival che promuove il cinema italiano negli Stati Uniti.
Dieci anni di storia tra le periferie di Roma
Girato tra Tufello, La Rustica e Quartaccio, quartieri popolari di Roma, il film racconta dieci anni di vita: dal 1998 al 2008. Un periodo in cui in Italia ancora non esistevano leggi specifiche contro lo stalking e la violenza domestica. “Oggi la legge c’è, se ne parla molto di più e la sensibilità è cresciuta. Ma i numeri restano troppo alti. Il problema non è solo nelle leggi, ma nella cultura che ci sta dietro”, ha spiegato Costabile.
Il titolo stesso, Familia, richiama la parola latina che indica la struttura patriarcale della famiglia. “Una realtà in cui il pater familias aveva potere di vita e di morte su moglie e figli, considerati come schiavi”, ha aggiunto il regista durante un incontro con studenti e operatori sociali.
Dal libro al grande schermo
La sceneggiatura è nata dalla lettura di “Non sarà sempre così”, il libro autobiografico di Luigi Celeste. Da lì è partita la collaborazione con Costabile, che ha voluto raccontare una storia “normale”, lontana dai grandi titoli di cronaca nera, ma vicina alla vita di tante famiglie italiane. Il film precedente del regista, “Una Femmina”, era un’inchiesta sulla violenza all’interno della ‘ndrangheta, basata sul lavoro del giornalista Lirio Abbate. Con Familia, Costabile ha voluto allargare lo sguardo: “Volevo mostrare che è un problema che riguarda tutti”.
Cinema e scuola: un ponte che serve
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, Familia è arrivato nelle sale italiane il 2 ottobre scorso. Dal prossimo anno sarà distribuito anche negli Stati Uniti grazie a Breaking Glass Pictures. Ma il viaggio del film non si ferma qui. “Il cinema arriva dove la scuola spesso non arriva”, ha detto Costabile, che insegna grafica e comunicazione in un istituto tecnico di Bologna. Le proiezioni nelle scuole italiane hanno coinvolto studenti e centri antiviolenza, aprendo spazi di confronto e dialogo.
In attesa del verdetto dell’Academy, Costabile guarda già avanti: il terzo film della trilogia è in fase di scrittura. Un nuovo racconto, ancora vero e al femminile, per continuare a parlare, senza retorica, di una ferita che attraversa generazioni e confini.









