Caprese Michelangelo, 3 dicembre 2025 – Da ormai 47 giorni due bambini di otto e quattro anni sono stati tolti alla loro famiglia e portati in una comunità protetta a Caprese Michelangelo, in provincia di Arezzo. Il provvedimento, scattato il 16 ottobre, arriva dal tribunale per i minorenni di Firenze. La storia, che ricorda il caso della “famiglia nel bosco” di Palmoli, è stata riportata da La Verità e rilanciata dalla trasmissione “Fuori dal Coro”, che ha mostrato le immagini dell’intervento degli assistenti sociali e delle forze dell’ordine.
Famiglia isolata, vita lontano da tutto
Protagonisti sono Harald, perito elettronico di Bolzano, e Nadia, originaria della Bielorussia. La coppia aveva scelto di vivere in una casa nel cuore dei boschi di Caprese Michelangelo, insieme ai figli. Una scelta forte, simile a quella di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham in Abruzzo: isolamento, scuola a casa e un modo di vivere lontano dai centri abitati. Secondo le ricostruzioni, la famiglia non avrebbe completato tutti gli obblighi vaccinali per i bambini.
L’arrivo degli assistenti sociali
Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso il momento in cui, la mattina del 16 ottobre, carabinieri e assistenti sociali hanno fatto irruzione nella casa. I bambini sono stati portati via tra urla e disperazione. Il più piccolo, dicono i genitori, è stato preso in pigiama e senza scarpe. Harald racconta: “Alle 11 hanno bussato al cancello. Sono uscito per aprire e due carabinieri mi hanno detto di chiamare mia moglie perché dovevano consegnarci un documento importante. Era solo un modo per farci entrare”. Poi aggiunge: “Dal bosco sono spuntati più di dieci agenti in tenuta antisommossa, mentre altri ci hanno circondato per non farci tornare in casa”.
Le ragioni del tribunale
Il provvedimento è stato firmato dalla giudice Nadia Todeschini. Nel documento si legge che i genitori non avrebbero seguito le regole per l’istruzione parentale e avrebbero ostacolato i controlli sanitari sui bambini. Fonti vicine al tribunale spiegano che la famiglia era già sotto osservazione dei servizi sociali prima dell’intervento. Nel caso di Palmoli, invece, il tribunale aveva puntato sul diritto dei minori a una vita sociale.
La rabbia e il dolore dei genitori
“Siamo distrutti”, dice la madre Nadia. “Sono 47 giorni che non sappiamo nulla di loro. Neanche una telefonata, neppure per i compleanni del mese scorso”. Il padre ha denunciato tutti gli operatori coinvolti: “Il decreto che ci hanno mostrato non aveva la firma del giudice. Come hanno potuto portarci via i nostri figli?”. Harald racconta anche del trasferimento dalla Val Badia: “Siamo arrivati qui un anno e mezzo fa, dopo aver gestito un albergo per dieci anni. Volevamo solo un po’ di pace. Invece ci hanno rovinato la vita”.
Un caso che divide l’opinione pubblica
La vicenda ha riacceso il dibattito sull’istruzione parentale e sulle scelte di chi decide di vivere ai margini della società. Molti, anche sui social, stanno dalla parte della coppia, chiedendo più chiarezza sulle modalità di allontanamento dei minori. Altri invece sottolineano l’importanza di proteggere i diritti dei bambini e di garantire controlli efficaci.
Cosa succederà adesso
Per ora i due bambini rimangono in comunità protetta. Non si sa quando potranno rivedere i genitori. La famiglia ha fatto ricorso contro la decisione del tribunale. Nei prossimi giorni sono attese nuove valutazioni da parte dei servizi sociali e della magistratura minorile. Intanto, a Caprese Michelangelo, la casa nel bosco resta vuota. Il silenzio tra gli alberi racconta da solo la distanza che oggi separa due genitori dai loro figli.










