Milano, 2 dicembre 2025 – Le Borse mondiali partono in dicembre con il segno meno, in un clima di incertezza che si sente sia in Asia sia sui future di Wall Street e delle principali piazze europee. Un avvio sottotono, spiegano gli operatori, legato all’attesa di una serie di dati macroeconomici importanti dagli Stati Uniti. La volatilità si fa sentire anche su asset alternativi come le criptovalute, con il bitcoin in netto calo.
Asia in affanno, Tokyo fa da traino ai ribassi
In Asia, a pesare è stata soprattutto Tokyo, che ha chiuso con un calo dell’1,9%. Il mercato ha reagito alle parole del governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, che ha lasciato aperta la porta a un possibile rialzo dei tassi nella riunione del 19 dicembre. Un segnale che ha subito messo in allarme gli investitori, molto sensibili a ogni possibile cambiamento nella politica monetaria del Giappone.
Le altre borse asiatiche hanno tenuto un andamento più variegato: Seul ha perso lo 0,2%, mentre Sydney ha chiuso quasi in parità, con un lieve -0,1%. A sorpresa, invece, si sono mossi al rialzo i mercati cinesi: Hong Kong ha guadagnato lo 0,6%, Shanghai lo 0,5% e Shenzhen lo 0,9%. Risultati curiosi, visto che gli ultimi dati sugli indici PMI cinesi, sia nel settore manifatturiero sia in quello non manifatturiero, sono usciti sotto le aspettative degli analisti.
Wall Street e Europa: future in discesa
Anche sui future americani si respira prudenza: a metà mattinata quelli sul Nasdaq perdono lo 0,9%, mentre i contratti sull’S&P 500 scendono dello 0,6%. In Europa, l’Euro Stoxx 50 arretra dello 0,3%, in attesa dei dati PMI dell’area euro in arrivo oggi. Domani toccherà all’inflazione dell’eurozona, mentre da mercoledì occhi puntati sugli Stati Uniti.
Gli investitori sono in fibrillazione per i prossimi appuntamenti economici: tra mercoledì e venerdì arriveranno l’indice ISM manifatturiero, i dati settimanali sui sussidi di disoccupazione e il report ADP sui nuovi posti di lavoro. Venerdì sarà il turno dell’indice delle spese per consumi personali (PCE), il parametro che la Federal Reserve usa per monitorare l’andamento dei prezzi.
Criptovalute e materie prime: alta volatilità
La giornata è stata segnata da un forte calo delle criptovalute: il bitcoin perde il 5,5% e scivola sotto quota 86.200 dollari. Secondo alcuni addetti ai lavori, il movimento riflette la crescente paura degli investitori a livello globale. “C’è molta incertezza su cosa faranno le banche centrali”, spiega un analista di una banca d’affari milanese.
Nel comparto delle materie prime, invece, si registra un rialzo per l’oro, che sale dell’1,7% a 4.236 dollari l’oncia. Segno che gli investitori cercano rifugio nei beni considerati più sicuri nei momenti di tensione. In aumento anche il prezzo del petrolio: il WTI avanza dell’1,9% a 59,66 dollari al barile, spinto dalla decisione dell’Opec+ di lasciare invariata la produzione nel primo trimestre del 2026.
Tutti gli occhi sui dati Usa: mercati in attesa
L’attenzione resta tutta rivolta agli Stati Uniti. Nei prossimi giorni arriveranno dati cruciali che potrebbero indirizzare le mosse della Federal Reserve nelle settimane a venire. “I mercati cercano segnali chiari sulla strada che prenderà la politica monetaria americana”, racconta un gestore di fondi a Piazza Affari.
In questo scenario, la volatilità resta alta e gli operatori preferiscono procedere con prudenza. Solo dopo la pubblicazione dei dati più attesi – dall’inflazione dell’eurozona al PCE americano – si potrà capire se il clima negativo di inizio dicembre è solo una pausa o il segnale di una fase più complicata per i mercati globali.