Roma, 27 novembre 2025 – Il Consiglio europeo ha dato il via libera definitivo alla revisione del Pnrr italiano, confermando la cifra di 194,4 miliardi di euro e rinnovando la fiducia nelle capacità operative del governo guidato da Giorgia Meloni. La decisione, arrivata questa mattina a Bruxelles, rappresenta una tappa decisiva per il cammino di riforme e investimenti che l’Italia deve completare entro il 31 agosto 2026.
Il via libera europeo: la risposta del governo
“L’approvazione definitiva del Consiglio europeo sulla revisione del Pnrr conferma il lavoro serio e credibile del Governo nell’attuazione del Piano”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una nota diffusa da Palazzo Chigi subito dopo l’annuncio ufficiale da Bruxelles. La premier ha sottolineato come la revisione mantenga “invariata la dotazione di 194,4 miliardi di euro”, mettendo in luce l’impegno dell’esecutivo “a proseguire con decisione nelle riforme e negli investimenti strategici”.
Fonti di governo spiegano che la revisione segue le indicazioni della Commissione europea contenute nel documento “NextGenEU: the road to 2026”, pubblicato il 4 giugno scorso. Un testo che invitava tutti gli Stati membri a rivedere i loro Piani nazionali di ripresa e resilienza in vista della scadenza fissata per il prossimo agosto.
Cosa cambia davvero nel nuovo Pnrr
Il testo approvato oggi non tocca l’ammontare totale delle risorse per l’Italia, ma introduce qualche aggiustamento nella distribuzione dei fondi e nei tempi dei progetti. Da fonti vicine al dossier emerge che sono stati rafforzati gli investimenti su transizione digitale, infrastrutture verdi e politiche per il lavoro dei giovani. Restano invece confermati i capitoli di spesa principali già presenti nella versione originale del Piano.
Da Palazzo Chigi assicurano che la revisione “assicura l’uso completo delle risorse europee a vantaggio dei cittadini e dell’economia”. Un passaggio che, secondo il governo, dovrebbe rafforzare la posizione italiana nei negoziati europei e consolidare la credibilità del Paese agli occhi degli altri partner.
Scadenze e prossimi passi da seguire
Il calendario è serrato. Tutti gli obiettivi e traguardi del Pnrr dovranno essere raggiunti entro il 31 agosto 2026. È la data ultima per poter accedere a tutta la dotazione messa a disposizione dal programma Next Generation EU, come ricorda la Commissione europea.
“L’Italia ha dimostrato di saper trasformare le ambizioni in fatti concreti”, ha ribadito Meloni, aggiungendo che “questo risultato rafforza la posizione del nostro Paese in Europa”. Nei prossimi mesi il governo dovrà inviare a Bruxelles aggiornamenti regolari sullo stato dei lavori, con verifiche intermedie fissate tra gennaio e giugno 2026.
Reazioni dalla politica e dalle istituzioni
L’ok definitivo è stato accolto con soddisfazione anche in maggioranza. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’ha definito “un passaggio fondamentale per garantire stabilità e crescita”. Dal Partito Democratico sono arrivate richieste di maggiore trasparenza sull’uso effettivo dei fondi.
L’eurodeputata dem Irene Tinagli ha detto che “ora serve uno sforzo in più per far arrivare davvero i soldi sui territori, evitando che restino bloccati nella burocrazia”. Una questione che resta centrale anche per le associazioni di categoria. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha sottolineato: “La vera sfida comincia adesso, servono tempi certi e procedure snelle”.
L’Italia nel quadro europeo e le prospettive future
L’Italia è tra i principali beneficiari del programma Next Generation EU, insieme a Spagna e Francia. Secondo i dati della Commissione, al 31 ottobre 2025 erano stati erogati circa 90 miliardi di euro, quasi la metà della dotazione complessiva. Restano da sbloccare le ultime tranche, legate al raggiungimento degli obiettivi intermedi.
A Bruxelles seguono con attenzione l’attuazione dei progetti italiani. “Il successo del Pnrr italiano è fondamentale per la credibilità dell’intero programma europeo”, ha spiegato una fonte della Commissione. Solo a quel punto, dicono gli esperti, si potrà capire davvero l’impatto delle risorse su crescita, lavoro e innovazione.
Per ora, il governo Meloni incassa un risultato atteso ma non scontato. E si prepara alla fase più delicata: quella di mettere in pratica riforme e investimenti.