Rio de Janeiro, 27 novembre 2025 – Sta per chiudere i battenti il Festival del Cinema Italiano in Brasile, che si concluderà il 30 novembre alla Cinemateca del MAM di Rio de Janeiro. Anche quest’anno, il festival ha visto la collaborazione tra il Consolato Generale d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Rio, con l’obiettivo di rafforzare il legame culturale tra Italia e Brasile. Un ponte costruito dalla settima arte che continua a unire due Paesi attraverso storie, immagini e volti.
Cinema italiano e Brasile: un legame che si fa sempre più forte
Nel cuore di Rio, tra le sale della Cinemateca, si sono alternati registi, attori e rappresentanti delle istituzioni italiane. La presenza del console generale Paolo Miraglia del Giudice e della direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura Giulia Bassi ha ribadito una cosa chiara: promuovere la cinematografia italiana all’estero resta una priorità. “Il cinema è una lingua universale, capace di raccontare l’Italia anche a chi non la conosce”, ha detto Miraglia del Giudice all’apertura. Ma il festival non è solo proiezioni: nel tempo è diventato un luogo d’incontro per chi lavora – e sogna – nel mondo del cinema.
Il pubblico di Rio aspetta con ansia “FolleMente”
Tra i titoli più attesi di questa edizione spicca la proiezione di FolleMente (Primo incontro), la commedia romantica firmata da Paolo Genovese. Il film, che sarà presentato proprio la sera della chiusura, ha già conquistato il pubblico italiano nel 2025, diventando uno dei più visti al botteghino. La storia, un viaggio nei sentimenti e nelle contraddizioni delle relazioni moderne, ha avuto ottime recensioni anche dalla critica. “Genovese racconta l’amore con leggerezza ma senza banalità”, ha detto una spettatrice uscita dalla proiezione riservata agli addetti ai lavori. In sala, si respira curiosità: molti giovani brasiliani hanno scoperto il regista proprio grazie alle passate edizioni del festival.
Streaming e cinema: il Premio Pirelli guarda al futuro
Non solo grande schermo. Quest’anno il festival ha puntato molto anche sul pubblico digitale. Il film inedito più visto in streaming durante la rassegna sarà annunciato solo alla fine e riceverà il Premio Pirelli del Cinema Italiano. Un riconoscimento che racconta un cambiamento in corso: sempre più spettatori scelgono la comodità di vedere i film online. “La tecnologia fa ormai parte della vita del cinema”, ha ammesso Giulia Bassi. Secondo i dati degli organizzatori, le visualizzazioni in streaming sono aumentate del 30% rispetto all’anno scorso. Un segnale chiaro: anche chi è lontano dalle sale segue con passione il cinema italiano.
Venti anni di Festival: un omaggio ai grandi maestri
Questa ventesima edizione segna un traguardo importante per il Festival del Cinema Italiano in Brasile. Un anniversario che ha dato l’occasione per celebrare i grandi maestri, dal passato e di oggi: da Vittorio De Sica a Paolo Sorrentino, passando per Lina Wertmüller e Matteo Garrone. “Il nostro cinema ha raccontato l’Italia dal dopoguerra all’era digitale”, ha ricordato il critico cinematografico Alessandro Russo durante uno degli incontri aperti al pubblico. Proprio questa capacità di rinnovarsi, senza dimenticare le radici, è stata al centro delle tavole rotonde e dei dibattiti che hanno animato la rassegna.
Un ponte tra generazioni e culture diverse
In questi giorni, tra le poltrone rosse della Cinemateca, si sono seduti studenti universitari, cinefili di lunga data, famiglie italo-brasiliane. Alcuni hanno raccontato di aver visto per la prima volta un film italiano proprio grazie al festival; altri ricordano le proiezioni passate come un appuntamento fisso. “È un modo per sentirsi più vicini all’Italia”, ha detto Marco, 28 anni, nato a Rio da genitori napoletani. E così, mentre si spengono le luci sulla ventesima edizione, resta la sensazione che il cinema resti – qui come altrove – uno strumento potente per dialogare e scoprire.
E per il futuro? Gli organizzatori non si sbilanciano sulle date, ma assicurano: “Il Festival tornerà anche nel 2026, con nuove storie da raccontare”.