Colleferro, 27 novembre 2025 – La Corte di Cassazione ha chiuso definitivamente la vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Willy Monteiro Duarte. È stato confermato l’ergastolo per Marco Bianchi, mentre per il fratello maggiore, Gabriele Bianchi, la sentenza a 28 anni è stata sospesa: la Cassazione ha disposto un nuovo processo d’appello. La decisione, arrivata ieri sera a Roma, mette un punto a uno dei casi più seguiti degli ultimi anni, ma lascia ancora aperta la partita sulla pena per uno dei due imputati principali.
Marco Bianchi condannato all’ergastolo: la sentenza è definitiva
La Corte ha respinto il ricorso della difesa di Marco Bianchi, confermando così la condanna al carcere a vita. Il ventottenne è stato riconosciuto come uno degli autori principali del pestaggio avvenuto tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro, in provincia di Roma. Quella notte, Willy, 21 anni, di origini capoverdiane, fu colpito brutalmente fino a perdere la vita. Secondo le ricostruzioni, Marco Bianchi avrebbe agito con particolare violenza. “La responsabilità penale è stata accertata in ogni grado”, ha spiegato una fonte vicina alla Procura generale.
Gabriele Bianchi torna in appello per la revisione della pena
Diversa la situazione di Gabriele Bianchi. Per lui la Cassazione ha disposto un nuovo processo d’appello. Al centro della decisione c’è la revisione delle attenuanti generiche concesse nel secondo grado, che avevano portato a una condanna a 28 anni. I giudici supremi hanno ritenuto che la motivazione dietro quelle attenuanti non fosse chiara e sufficiente. Ora, per Gabriele, potrebbe arrivare una pena più dura, fino all’ergastolo, che era stato inflitto in primo grado. “La partita non è chiusa”, ha commentato uno dei legali della famiglia Monteiro Duarte.
La furia della notte: il pestaggio e le responsabilità
La sera dell’omicidio, secondo le indagini e le testimonianze, i fratelli Bianchi, insieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, scesero da un’auto vicino a un pub di Colleferro. In pochi secondi, il gruppo si scagliò contro Willy e altri giovani presenti. L’aggressione durò meno di un minuto: cinquanta secondi di violenza senza tregua, con Willy colpito ripetutamente anche da terra. “Non c’è stata alcuna possibilità di difesa”, ha ricordato un testimone sentito in aula. Per gli altri due imputati, la Cassazione aveva già confermato le condanne: 23 anni per Belleggia e 21 per Pincarelli.
Scuse in aula, ma il dolore resta
Durante l’appello bis, i fratelli Bianchi hanno parlato davanti ai giudici e alla famiglia della vittima. “Non siamo dei mostri”, hanno detto, rivolgendosi in particolare a Lucia Monteiro Duarte, madre di Willy. “Siamo addolorati per quello che è successo e chiediamo scusa”. Parole che però non hanno placato la rabbia e il dolore dei genitori. “Nessuna sentenza potrà mai riportarci nostro figlio”, ha detto la madre uscendo dal tribunale di Roma.
Una ferita aperta per la comunità di Colleferro
L’omicidio di Willy ha segnato profondamente Colleferro e tutta l’opinione pubblica. Ancora oggi si ricordano le veglie silenziose in piazza Italia, i fiori lasciati davanti al pub teatro della tragedia, le parole commosse degli amici. “Era un ragazzo gentile, sempre pronto a dare una mano”, raccontano ancora i compagni di scuola. Un caso che ha acceso i riflettori sulla violenza tra i giovani e sulle responsabilità di tutti noi.
Cosa succede adesso: le prossime tappe del processo
Con la sentenza della Cassazione si chiude il procedimento per Marco Bianchi. Per Gabriele, invece, si apre una nuova fase: la Corte d’Appello dovrà riesaminare il caso nei prossimi mesi. La famiglia Monteiro Duarte aspetta con discrezione ma con fermezza. “Chiediamo solo giustizia per Willy”, ripetono da tempo. E mentre Colleferro resta sospesa tra dolore e speranza, si guarda avanti, nella speranza che tragedie come questa non si ripetano mai più.