Milano, 26 novembre 2025 – Lo spread tra Btp e Bund apre stabile a 72 punti base, mentre il rendimento del decennale italiano segna un leggero aumento, toccando il 3,4%. Un segnale che, secondo gli operatori di Piazza Affari, indica una fase di calma relativa sui mercati obbligazionari europei, nonostante le incertezze che pesano ancora sull’economia continentale.
Spread Btp-Bund stabile: fiducia o semplice attesa?
Alle 9 del mattino, sui terminali delle principali banche d’affari milanesi, il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco resta sui livelli di ieri. “Nessun scossone all’apertura, la situazione è sotto controllo”, commenta un trader di una banca importante, che preferisce restare anonimo. Il valore dello spread – 72 punti base – è visto dagli analisti come un segno di fiducia degli investitori, almeno nel breve periodo, sulla tenuta dei conti pubblici italiani.
Ma sotto questa apparente stabilità, alcune incognite rimangono. Il rendimento del Btp decennale è salito al 3,4%, un leggero passo in su rispetto ai giorni scorsi. Per gli esperti di Intesa Sanpaolo, questo movimento riflette sia l’attesa sulle prossime mosse della Banca Centrale Europea sia la prudenza degli investitori, che guardano alle scadenze fiscali di fine anno.
Mercati in attesa della Bce
La settimana si apre con prudenza sui mercati finanziari europei. Tutti gli occhi sono puntati sulle decisioni della Banca Centrale Europea, attese a metà dicembre. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha ribadito nei giorni scorsi che “la lotta all’inflazione resta una priorità”, lasciando capire che i tassi potrebbero restare alti ancora per un po’.
Secondo le stime diffuse ieri sera da Bloomberg, il mercato dà più del 60% di probabilità che la BCE mantenga i tassi fermi almeno fino al primo trimestre del 2026. “Il quadro è incerto – ammette un analista di Mediobanca – e ogni dato economico viene seguito con molta attenzione”. In questo scenario, la tenuta dello spread Btp-Bund è vista come un segnale positivo, ma non definitivo.
Cosa significa per famiglie e imprese
Il livello dello spread e il rendimento dei titoli di Stato hanno effetti concreti sulla vita di famiglie e imprese. Un differenziale contenuto – come quello attuale – permette al Tesoro di finanziarsi a costi più bassi sui mercati internazionali. “Se lo spread resta sotto quota 100 punti base – spiega un funzionario del Ministero dell’Economia – il costo del debito pubblico rimane sostenibile”.
Ma l’aumento del rendimento del Btp decennale al 3,4% si traduce in interessi più alti per chi chiede mutui o finanziamenti legati all’andamento dei titoli di Stato. “Le banche stanno già alzando i tassi sui prestiti”, conferma un consulente finanziario di Torino. Questa mattina, in alcune filiali di Unicredit e Intesa Sanpaolo, i nuovi tassi erano già esposti vicino agli sportelli.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Gli analisti restano cauti sulle prospettive dei titoli italiani. Un report di Goldman Sachs uscito ieri sera sottolinea che “la sostenibilità del debito pubblico italiano dipenderà dalla crescita economica e dalla capacità del governo di mantenere la disciplina fiscale”. Il prossimo appuntamento importante sarà la presentazione della legge di Bilancio 2026, attesa in Parlamento entro metà dicembre.
Intanto, il Tesoro si prepara a nuove aste di Btp a medio-lungo termine: la prossima è in programma per giovedì 28 novembre. Gli investitori internazionali seguono con attenzione i dettagli dell’offerta e le possibili revisioni delle stime sul deficit.
Reazioni dal mondo politico ed economico
Dal governo arrivano parole di rassicurazione. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto ieri sera: “I fondamentali dell’Italia restano solidi, continueremo a lavorare per la stabilità finanziaria”. Più prudente l’opposizione: Elly Schlein (PD) ha chiesto “maggiore trasparenza sulle scelte di politica economica”, sottolineando la necessità di proteggere le fasce più deboli.
In Borsa, l’apertura è stata cauta: alle 9.30 l’indice Ftse Mib segnava +0,1%, con volumi bassi e pochi scambi sui titoli bancari. Gli operatori aspettano nuovi segnali dalla BCE e dal governo prima di muoversi con decisione.
Così, in questa mattina di fine novembre, lo spread resta sotto la lente: un numero – 72 punti base – che racconta molto più di quanto sembri sulle tensioni e le attese che attraversano l’economia italiana.