Roma, 26 novembre 2025 – Il Museo del Corso – Polo museale di Roma apre la nuova stagione con un programma che unisce tradizione, innovazione e inclusione, proponendo ai visitatori un viaggio coinvolgente nella storia dell’arte. A un anno dall’inaugurazione, la Fondazione Roma ha presentato oggi il calendario delle nuove mostre che si terranno negli spazi di Palazzo Cipolla e Palazzo Sciarra Colonna, lungo via del Corso. L’obiettivo è chiaro: restituire alla città luoghi e collezioni di grande valore storico.
Tra passato e presente: un racconto che continua
“Questo programma mette in luce l’arte, conserva la memoria e restituisce alla comunità tesori di straordinaria ricchezza storica”, ha detto Franco Parasassi, presidente della Fondazione Roma, durante la conferenza stampa di stamattina. Si parte con la mostra ‘Omaggio a Carlo Maratti’, allestita a Palazzo Sciarra Colonna fino al 12 aprile 2026, per celebrare i 400 anni dalla nascita del pittore marchigiano. Maratti, protagonista della Roma del Seicento dopo la scomparsa di Pietro da Cortona e Gian Lorenzo Bernini, è ricordato come erede della tradizione raffaellesca e innovatore capace di mescolare classicismo e barocco.
Tra i pezzi forti c’è il ‘Ritratto di Gaspare Marcaccioni’, che torna in Italia dopo anni passati all’estero. Per Parasassi si tratta di “un recupero importante per il patrimonio artistico nazionale”. La mostra fa parte di un progetto più ampio che vuole mettere in dialogo epoche e stili diversi, creando – come ha spiegato il presidente – “un ponte tra passato e contemporaneo”.
Tesori rari e prestiti d’eccezione
In contemporanea, il Museo del Corso presenta la mostra ‘De arte pingendi. La pittura nelle carte del Monte di Pietà di Roma’, che esplora il legame tra arte e istituzioni finanziarie nella storia della città. Il percorso è arricchito da due prestiti straordinari: il ‘Trattato della pittura’ di Leonardo da Vinci (1540), dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, e una lettera autografa di Raffaello Sanzio e Baldassarre Castiglione indirizzata a Papa Leone X nel 1519, concessa dall’Archivio di Stato di Mantova. Documenti rari che, come sottolineano i curatori, offrono uno sguardo unico sulle dinamiche artistiche e sociali della Roma rinascimentale.
Il caveau che racconta storie antiche
Il nuovo percorso espositivo si snoda tra le sale del piano nobile di Palazzo Sciarra Colonna, abbracciando quattro secoli di arte – dal Quattrocento al Settecento – con dipinti, sculture, arredi, arazzi e una preziosa collezione numismatica. Ma la vera sorpresa si trova nel caveau di Palazzo Cipolla: lo spazio, un tempo cassaforte della Cassa di Risparmio di Roma, è stato trasformato in un archivio di tesori pittorici e in un percorso didattico. Di forma ottagonale, il caveau mostra otto pareti verticali con scene bibliche, invitando i visitatori a un viaggio tra generi e immagini.
“La nuova collezione permanente e il caveau rafforzano la missione del Polo museale come centro di cultura e innovazione”, ha spiegato Parasassi. L’idea è offrire non solo uno spazio espositivo, ma anche un luogo di formazione e incontro per il pubblico.
Dalí protagonista fino a febbraio 2026
Il percorso continua nelle sale al piano terra di Palazzo Cipolla con la mostra ‘Dalí. Rivoluzione e Tradizione’, aperta fino al primo febbraio 2026. In esposizione oltre 60 opere tra dipinti, disegni, documenti e materiali audiovisivi che raccontano l’evoluzione dell’artista catalano. L’allestimento mette in evidenza il dialogo costante tra innovazione e radici classiche nell’opera di Dalí.
Accesso libero e iniziative per tutti
Le mostre temporanee, l’archivio storico e la collezione permanente sono accessibili gratuitamente dal mercoledì alla domenica, con prenotazione online obbligatoria. Ogni prima domenica del mese riprendono anche le visite guidate agli appartamenti del Cardinale, ambienti che conservano l’allestimento originale progettato da Luigi Vanvitelli. Un’occasione – spiegano dalla Fondazione – per scoprire angoli meno noti ma pieni di fascino della storia di Roma.
Con questa nuova stagione, il Museo del Corso si conferma un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza culturale che unisca memoria storica e sguardo moderno. E Roma si fa ancora una volta palcoscenico ideale per l’incontro tra arte e comunità.