Parigi, 26 novembre 2025 – Il Musée Marmottan-Monet di Parigi apre le porte, dal 29 aprile al 16 agosto 2026, a una grande mostra dedicata a Giovanni Segantini, uno dei protagonisti del divisionismo italiano e figura di spicco del simbolismo europeo. A lanciare la notizia è stato lo stesso museo, che ha scelto come titolo della rassegna una frase emblematica dell’artista: “Je veux voir mes montagnes, voglio vedere le mie montagne”. Un desiderio mai realizzato da Segantini, scomparso prematuramente nel 1899, che sognava di esporre a Parigi, la città che immaginava come palcoscenico ideale per la sua arte.
Dal cuore della Lombardia alle montagne svizzere
La mostra, curata da Gabriella Belli e Diana Segantini, riunirà circa sessanta opere tra dipinti, pastelli e disegni. Un viaggio che ripercorre la vita artistica e personale di Segantini, nato ad Arco nel 1858, in Lombardia, e poi trasferitosi nelle valli dell’Engadina svizzera, dove ha trovato la sua vera ispirazione. “Segantini ha saputo catturare la forza della natura, andando oltre il semplice realismo”, si legge nella nota del museo. Le sue montagne non sono mai solo paesaggi: diventano il palcoscenico di una tensione spirituale, un dialogo continuo tra uomo e natura.
Il sogno parigino che non si è avverato
Nel 1900 Segantini avrebbe dovuto prendere parte all’Esposizione Universale di Parigi. Ma la sua morte improvvisa, l’anno prima, a soli 41 anni, ha fermato tutto. “Solo ora, a più di un secolo di distanza, questa mostra rende finalmente omaggio al suo sguardo visionario”, spiegano dal Marmottan-Monet. La scelta di Parigi non è casuale: la città è stata per anni il centro pulsante dell’arte europea. Sebbene legato alle sue montagne, Segantini guardava con interesse alle nuove correnti che si muovevano lungo la Senna.
Divisionismo: arte e innovazione
La rassegna punta a mettere in luce quanto fosse moderna la pittura di Segantini. Il suo divisionismo — quella tecnica che spezza il colore in pennellate separate — ha anticipato molte delle ricerche artistiche del Novecento. Ma ciò che colpisce ancora oggi è la sua capacità di unire rigore tecnico ed emozione. “Segantini ha creato un dialogo unico tra uomo e natura”, sottolineano le curatrici. Ed è proprio questo rapporto al centro della mostra parigina.
Un omaggio contemporaneo con Anselm Kiefer
Accanto alle opere di Segantini, il Marmottan-Monet presenterà anche una selezione di lavori di Anselm Kiefer, artista tedesco tra i più noti sulla scena contemporanea. La sua serie, intitolata anch’essa “Voglio vedere le mie montagne”, è un tributo diretto a Segantini. Un ponte tra passato e presente che conferma quanto il messaggio dell’artista resti attuale: la natura come luogo di ricerca interiore, ma anche come spazio da rispettare e proteggere.
Aspettative e reazioni dal mondo dell’arte
L’annuncio della mostra ha già acceso l’interesse tra gli esperti e gli appassionati italiani. “Un riconoscimento importante per uno dei nostri grandi maestri”, ha detto Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici di Venezia e co-curatrice dell’esposizione. Anche Diana Segantini, discendente dell’artista e storica dell’arte, ha espresso grande soddisfazione: “Parigi era il sogno di Giovanni. Portare qui le sue montagne significa chiudere un cerchio rimasto aperto troppo a lungo”.
Un evento da non perdere
La retrospettiva su Giovanni Segantini si annuncia come uno degli eventi culturali più importanti della primavera 2026 a Parigi. Il Marmottan-Monet — già famoso per le sue collezioni impressioniste — punta a rilanciare il confronto tra arte italiana e scena internazionale. Per chi vorrà ammirare le montagne di Segantini senza lasciare la città, questa sarà un’occasione unica. Forse, solo allora, il sogno dell’artista potrà finalmente realizzarsi sulle rive della Senna.