Roma, 26 novembre 2025 – Il ruolo chiave dell’idrogeno nella sicurezza energetica e nella decrescita delle emissioni nei settori industriali più difficili da trasformare è stato il fulcro dell’intervento del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Questa mattina, ha inviato un messaggio all’Italian Hydrogen Summit, evento organizzato da H2IT – l’Associazione italiana idrogeno – che si è svolto alla Camera dei deputati. Qui si sono dati appuntamento istituzioni, aziende e ricercatori per fare il punto sulle prospettive della filiera italiana.
L’idrogeno, una leva concreta per la transizione energetica
Nel suo messaggio, Urso ha ribadito che il Governo punta sull’idrogeno come strumento essenziale per la transizione ecologica, soprattutto nei settori dove oggi non ci sono alternative tecnologiche mature. “L’Italia ha una filiera solida, con competenze che coprono tutta la catena del valore, dagli elettrolizzatori ai sistemi di stoccaggio”, ha scritto il ministro, mettendo in evidenza come il nostro Paese sia già un protagonista affidabile in Europa.
I dati degli organizzatori parlano chiaro: la filiera italiana dell’idrogeno coinvolge oltre 200 imprese, che operano soprattutto nella componentistica, nella ricerca applicata e nelle infrastrutture. Un ecosistema che negli ultimi anni ha attirato investimenti pubblici e privati, anche grazie al PNRR e ai fondi europei.
Risorse e strumenti per restare competitivi
Urso ha ricordato gli investimenti attivati con gli Ipcei (Important Projects of Common European Interest), progetti strategici europei che hanno fatto scattare risorse extra per sostenere la transizione verde. “Abbiamo messo in campo strumenti per mettere in moto ulteriori risorse a favore della transizione ecologica”, ha spiegato il ministro. L’obiettivo è chiaro: “mettere in valore l’industria nazionale e rafforzare la competitività europea con scelte rapide e concrete”.
Durante il summit, più di un relatore ha sottolineato l’urgenza di accelerare la costruzione di nuovi impianti e di stringere accordi tra imprese e centri di ricerca. “Solo lavorando insieme, pubblico e privato, potremo raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo”, ha osservato un rappresentante di H2IT.
Innovazione e nuove opportunità per le aziende
L’idrogeno verde, prodotto con elettrolisi alimentata da fonti rinnovabili, è una delle scommesse più importanti per il futuro energetico del Paese. Secondo le stime del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, entro il 2030 il settore potrebbe creare fino a 5.000 nuovi posti di lavoro, diretti e indiretti, con un impatto positivo su tutta la filiera.
Urso ha rimarcato che l’Italia è “pronta a guidare questa sfida”, puntando su innovazione, nuovi impianti e collaborazioni tra aziende e ricerca. “La nostra ambizione – ha aggiunto – è mettere l’Italia tra i leader europei nella produzione e nell’uso dell’idrogeno”.
Sfide aperte e prospettive per il futuro
Non mancano però i nodi da sciogliere. Alcuni operatori hanno segnalato ritardi nell’adeguamento delle infrastrutture di trasporto e distribuzione, oltre alla necessità di semplificare le autorizzazioni per i nuovi impianti. “Serve un quadro normativo stabile e tempi certi per gli investimenti”, ha detto un imprenditore lombardo presente all’incontro.
Il summit si è chiuso con un appello condiviso: è necessario correre con le riforme e gli investimenti, per non restare indietro rispetto agli altri Paesi europei. In questo gioco, il ruolo del Governo resta decisivo. “Siamo consapevoli delle sfide – ha concluso Urso – ma anche delle grandi opportunità che l’idrogeno può offrire all’industria italiana”.
La partita è aperta. E si deciderà anche nelle scelte di Roma e Bruxelles nei prossimi mesi.