Los Angeles, 25 novembre 2025 – Marilyn Monroe è stata davvero vittima delle sue “relazioni pericolose”? A rilanciare la domanda, che da più di sessant’anni fa discutere e alimenta teorie, è lo scrittore James Patterson, autore di bestseller internazionali. Il primo dicembre uscirà il suo nuovo libro, “The Last Days of Marilyn Monroe: A True Crime Thriller”, scritto insieme alla giornalista britannica Imogen Edwards-Jones. Il volume promette di riaprire il caso sulla morte della diva più iconica di Hollywood.
Un mistero che non smette di intrigare
Nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1962, la polizia di Los Angeles trovò Marilyn Monroe senza vita nella sua casa di Brentwood. Aveva appena 36 anni. Sul comodino c’erano scatole di farmaci, a terra una bottiglia vuota di Nembutal. Le autorità parlarono subito di suicidio, ma quella versione non ha mai convinto del tutto. “Credo che navigasse in acque molto pericolose”, ha detto Patterson in un’intervista all’Hollywood Reporter. “Aveva rapporti stretti con il presidente John F. Kennedy, con Robert Kennedy, con Frank Sinatra e con figure legate alla Mafia. Persone che le raccontavano cose segrete, che lei annotava. Marilyn sapeva cose che potevano metterla nei guai”.
Tra fatti reali e suggestioni narrative
Il libro di Patterson si aggiunge a una lunga serie di opere dedicate alla vita e alla morte di Norma Jeane Mortenson, il vero nome di Marilyn. Solo negli ultimi anni, Netflix ha prodotto due titoli: “Blonde”, con Ana de Armas, ispirato al romanzo di Joyce Carol Oates, e il documentario “The Mystery of Marilyn Monroe: The Unheard Tapes”, basato sulle indagini del giornalista Anthony Summers. Eppure, Marilyn resta un enigma che sfugge a ogni definizione definitiva. “Molti non conoscono davvero la sua storia”, ha ammesso Patterson. “Anch’io ho scoperto molte cose solo durante le ricerche”.
Un’infanzia difficile e dettagli poco noti
Tra le “scoperte” dello scrittore – che ha venduto oltre 475 milioni di copie nella sua carriera – ci sono particolari poco conosciuti: da bambina, Marilyn passò di famiglia in famiglia, ben undici in tutto, e soffriva di balbuzie. “Non sapevo molto sulla morte e sull’autopsia, che non fu completa come sarebbe dovuta essere”, ha raccontato Patterson. “Uno dei detective arrivati sulla scena sospettò subito una messinscena. La chiave è questa: tante persone sapevano qualcosa su di lei, ma nessuno la conosceva davvero”.
Fiction e realtà, un equilibrio delicato
Anche se il libro parla di “true crime”, nelle note finali si chiarisce che è in parte un’opera di finzione. Dialoghi inventati si intrecciano a una solida base di fonti. “L’ho imparato da Norman Mailer”, spiega Patterson. “Si può credere a una storia, purché si sia onesti con chi legge”. Una scelta che sicuramente farà discutere, soprattutto tra chi da anni cerca risposte certe sulla fine della diva.
Il mito che non muore mai
A oltre sessant’anni dalla sua scomparsa, Marilyn Monroe resta una delle figure più misteriose e affascinanti della cultura pop americana. La sua morte, arrivata quando era al massimo della fama, continua a ispirare libri, film e documentari. Ogni nuova indagine sembra aggiungere pezzi al puzzle, ma senza mai risolvere il mistero. Patterson spera che il suo racconto diventi presto una serie tv. Ma la domanda resta aperta: cosa sapeva davvero Marilyn? E chi aveva interesse a farla tacere? Forse, come dice lo stesso autore, “la verità è che nessuno la conosce fino in fondo”.