Home News Il piano europeo del Cremlino: un’analisi critica dei media
News

Il piano europeo del Cremlino: un’analisi critica dei media

Share
Il piano europeo del Cremlino: un'analisi critica dei media
Il piano europeo del Cremlino: un'analisi critica dei media
Share

Mosca, 24 novembre 2025 – Il piano europeo per la pace in Ucraina, appena diffuso dai principali media internazionali, non è piaciuto al Cremlino. A dirlo senza giri di parole è stato Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera di Vladimir Putin, durante un incontro con i giornalisti nella capitale russa. Questa presa di posizione arriva proprio mentre le tensioni sul fronte orientale tornano a salire, rischiando di complicare ancora di più una situazione diplomatica già fragile.

Mosca boccia il piano europeo: “Non tiene conto delle nostre esigenze”

Secondo quanto riferito dall’agenzia Interfax, Ushakov ha detto che il documento proposto dall’Unione Europea “non considera le vere esigenze di sicurezza della Russia”. Ha aggiunto che “le proposte non possono essere la base per negoziati seri”, lasciando intendere che Mosca non intende cambiare rotta. Una risposta netta, che arriva dopo settimane di indiscrezioni e bozze circolate tra Bruxelles, Berlino e Parigi.

Fonti europee, sentite ieri sera, hanno confermato che il piano prevede alcuni passaggi chiari: un cessate il fuoco sorvegliato da osservatori internazionali, il ritiro delle truppe russe dalle zone occupate e l’apertura di colloqui diretti tra Kiev e Mosca. Ma la reazione russa, almeno per ora, sembra chiudere questa porta.

Reazioni internazionali e clima sul terreno

A Bruxelles, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ribadito che “l’Unione Europea continuerà a spingere per una soluzione diplomatica”, sottolineando come “la pace in Ucraina sia una priorità”. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto con favore l’iniziativa europea, anche se ha ammesso che “la strada sarà lunga e difficile”. Da Washington, il Dipartimento di Stato ha espresso “apprezzamento per gli sforzi europei”, ricordando però che “qualsiasi accordo deve rispettare la sovranità ucraina”.

Sul campo, la situazione resta tesa. Nelle ultime 24 ore, fonti militari ucraine riferiscono di nuovi bombardamenti nell’area di Kharkiv e lungo la linea del Dnipro. Le autorità locali parlano di almeno cinque civili feriti nella notte tra sabato e domenica. A Kiev, intorno alle 8 del mattino, le sirene antiaeree hanno rotto il silenzio in un quartiere di Podil: “Abbiamo sentito un’esplosione lontana, poi più niente”, racconta Olena, impiegata di banca.

Perché Mosca dice no: le garanzie richieste

Il nodo centrale resta la questione delle garanzie di sicurezza chieste da Mosca. Ushakov ha spiegato che “qualsiasi soluzione deve riconoscere le nuove realtà territoriali”, un chiaro riferimento alle regioni ucraine annesse dalla Russia nel 2022. Senza questo punto fermo, ha detto, “non ci sono margini per trattative serie”. Una linea dura confermata anche dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov: “Non accetteremo diktat dall’Occidente”.

Gli analisti a Mosca sottolineano come il Cremlino temi un rafforzamento della presenza NATO ai suoi confini. “La Russia vuole garanzie scritte e verificabili”, dice Fyodor Lukyanov, direttore della rivista Russia in Global Affairs. Ma nei corridoi del potere si respira anche una certa prudenza: “Non chiudiamo del tutto la porta al dialogo”, avrebbe confidato un funzionario del ministero degli Esteri.

Cosa succederà adesso

Nei prossimi giorni sono attesi nuovi contatti tra l’Unione Europea e i vertici russi. Fonti francesi parlano di una possibile visita a Mosca, guidata dall’alto rappresentante Josep Borrell, già entro fine settimana. L’obiettivo è riaprire un canale stabile di trattativa, anche se le premesse non sono facili.

Intanto a Kiev si segue tutto con attenzione. Il portavoce del governo ha detto che “ogni tentativo di mediazione è benvenuto, ma non accetteremo compromessi sulla nostra integrità territoriale”. Parole ribadite anche dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba: “La pace non può essere imposta”.

Il quadro resta incerto, eppure in qualche angolo della diplomazia internazionale c’è ancora chi spera in una svolta. Per ora, però, il piano europeo per la pace in Ucraina sembra destinato a restare lettera morta.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

Smettere di Lavorare è un magazine che esplora stili di vita alternativi e indipendenza finanziaria con sezioni su News, Spettacolo & TV, Soldi & Risparmi, Ambiente, Trasferirsi all’estero e Lavorare all’estero.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@smetteredilavorare.it

© 2025 proprietà Influencer Srls - Via Luca Bati 57 - Roma - P.IVA 14920521003

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.