Milano, 24 novembre 2025 – Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha cambiato volto nel modo di usare i servizi digitali. Secondo uno studio di Consumers’ Forum, la spesa degli italiani per questi servizi dovrebbe toccare entro fine anno i 66 miliardi di euro. Un segnale che racconta non solo l’esplosione dell’e-commerce, ma anche la trasformazione delle abitudini di tutti i giorni, dal cibo alla televisione.
E-commerce, numeri che non si fermano
Nel 2015, erano circa 17,7 milioni gli italiani che compravano online. Oggi sono quasi il doppio: 35,2 milioni usano il web per fare acquisti, prenotare viaggi o servizi vari. “La spesa è passata da 16,6 miliardi a 62 miliardi di euro, con un aumento del +273%”, ha spiegato il presidente di Consumers’ Forum durante la presentazione dello studio a Roma.
E questa crescita non riguarda solo le grandi città. Anche nelle province più piccole, grazie alla diffusione della banda larga e alle nuove piattaforme, è diventato più semplice acquistare online. “Oggi anche chi vive in posti come Cuneo o Potenza fa la spesa online o prenota visite mediche con un’app”, ha raccontato un operatore del settore.
Food delivery e cura della persona: un boom senza precedenti
Uno dei settori che ha visto la crescita più forte è quello del Food&Grocery. Nel 2015, la spesa online per cibo, ristorazione e cura della persona era di appena 377 milioni di euro. Oggi è schizzata a 4,9 miliardi, con un aumento del +1.200%. A trainare questo boom è soprattutto il food delivery, che rappresenta quasi la metà degli acquisti alimentari sul web.
“Durante la pandemia abbiamo assistito a un’accelerazione pazzesca”, ha detto un responsabile di una piattaforma di consegne. “Ma la crescita non si è fermata: oggi il food delivery è diventato un appuntamento fisso per molte famiglie”. Anche i negozi di quartiere si sono messi al passo, offrendo servizi digitali per restare al passo con i tempi.
Intrattenimento digitale: abbonamenti triplicati
Non è solo lo shopping a cambiare. Anche il modo di seguire l’intrattenimento digitale si è rivoluzionato. Nel 2015, gli abbonamenti a servizi pay-tv erano circa 7 milioni. Oggi si stimano in 21 milioni, con una crescita del +200%. Le famiglie spendono ogni anno 3,7 miliardi di euro per contenuti digitali.
“Le piattaforme streaming hanno cambiato tutto”, spiega un analista del settore media. “Ora puoi scegliere cosa vedere e quando, senza dover seguire i palinsesti tradizionali”. E secondo alcuni addetti ai lavori, la concorrenza ha anche alzato la qualità delle produzioni.
Big tech nel mirino: sanzioni da record
Ma c’è anche un rovescio della medaglia. Con l’espansione delle grandi piattaforme digitali cresce anche il loro potere, con rischi per gli utenti e la concorrenza. Tra il 2022 e il 2025, le big tech – Google, Meta, Apple e Amazon – hanno collezionato multe per oltre 22,5 miliardi di dollari (quasi 19,4 miliardi di euro) da parte delle autorità di controllo di tutto il mondo. Le accuse principali riguardano violazioni della privacy e pratiche anticoncorrenziali.
“Gli utenti sono più consapevoli dei rischi”, spiega un esperto di diritto digitale. “Ma spesso non hanno alternative vere”. Le associazioni dei consumatori chiedono regole più chiare e strumenti più efficaci per proteggere la privacy e garantire una concorrenza leale.
Il digitale, una rivoluzione ancora in movimento
Per Consumers’ Forum la crescita dei servizi digitali in Italia non mostra segni di stop. “Siamo solo all’inizio”, confida il presidente dell’associazione. “Le tecnologie cambiano in fretta e gli italiani si adattano altrettanto rapidamente”. Resta da vedere come si evolverà il rapporto tra consumatori, piattaforme e regolatori nei prossimi anni. Per ora una cosa è certa: il digitale è ormai parte integrante della vita quotidiana degli italiani.