Pescara, 23 novembre 2025 – Checco Zalone entra ufficialmente negli studi universitari, diventando un vero e proprio archetipo linguistico e sociologico. È il risultato della tesi di laurea di Rosa Pia de Martino, fresca di laurea in Lingue e letterature straniere all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. La giovane ha scelto il comico pugliese come simbolo per esplorare il legame tra satira, società e linguaggio. Il lavoro, intitolato “L’uomo come archetipo del comico tra storia, satira e linguaggi: il caso Checco Zalone”, è stato seguito dal professor Enzo Fimiani, docente di Storia della comunicazione.
Zalone, la satira che racconta l’Italia
La tesi ci mostra un Checco Zalone – al secolo Luca Medici, nato nel 1977 a Capurso – che è molto più di un semplice personaggio del cinema. Per de Martino, la sua satira è una “lente potentissima” per capire la storia e i cambiamenti del nostro modo di parlare e di vivere. Non si tratta solo di battute o slogan, ma di uno strumento per leggere l’evoluzione dei costumi italiani, della politica e del linguaggio pubblico.
“Zalone ci aiuta a capire quanto l’umorismo e la satira abbiano inciso e continuino a incidere, dal primo Novecento fino a oggi”, ha raccontato la neolaureata durante la discussione. Un viaggio che attraversa trasformazioni sociali, gli scontri tra Nord e Sud, e i nuovi modi di comunicare, soprattutto con la diffusione del digitale.
Dalla cultura pop alla critica della società
Il lavoro di de Martino si inserisce in un filone sempre più diffuso negli studi umanistici: usare la cultura pop per leggere la storia e la società. “Ho scelto questo tema perché voglio capire la nostra società attraverso quello che ci arriva più diretto”, ha spiegato la giovane ricercatrice. Guardare a Checco Zalone vuol dire guardare a noi stessi: alle nostre paure, ai nostri pregiudizi, alle nostre trasformazioni.
Nella tesi sono passati sotto la lente sketch, film e interviste dell’attore barese, con attenzione particolare ai personaggi che hanno lasciato il segno: da Cado dalle nubi a Quo vado?, fino alle imitazioni in tv e alle canzoni satiriche. Ogni pezzo è stato visto come parte di una storia più grande, dove la risata diventa un modo per riflettere.
Un punto di riferimento nella comunicazione di oggi
Non è solo un esercizio teorico. Per de Martino, Zalone è diventato “un punto di riferimento imprescindibile nella comunicazione contemporanea”. I suoi film hanno incassato più di 220 milioni di euro solo in Italia, ma il vero successo è la sua capacità di parlare a pubblici diversi, attraversando generazioni e strati sociali.
Il relatore Enzo Fimiani ha sottolineato come questa tesi abbia “fatto incontrare rigore scientifico e attenzione al presente”, dimostrando che la satira può essere uno strumento per studiare la storia, come i documenti ufficiali. “Non si tratta solo di far ridere – ha detto Fimiani – ma di capire perché ridiamo e su cosa ridiamo”.
Un invito a guardare oltre i soliti confini
L’autrice spera che il suo lavoro “spinga altri studenti a guardare più da vicino la cultura di massa e il mondo umanistico”. Un invito a rompere i soliti schemi dell’università per confrontarsi con i fenomeni che segnano davvero il nostro tempo. “Studiare Zalone significa studiare l’Italia di oggi, con tutte le sue contraddizioni”, ha concluso de Martino.
In un’aula di Pescara, alle 11 del mattino, tra applausi e qualche sorriso complice, si è chiuso un percorso che dimostra come anche la comicità possa essere materia seria. E forse, è proprio da qui che possiamo cominciare a capire chi siamo davvero.