Roma, 21 novembre 2025 – Merielly Diab, ex moglie di un leader di Hezbollah, ha attraversato l’Italia nell’ultimo anno e mezzo senza che nessuno se ne accorgesse. A svelarlo è stato Marco Mancini, ex agente dell’intelligence italiana, durante un’intervista che andrà in onda questa sera su San Marino Rtv, nel programma “Colibrì”. La notizia, arrivata poche ore prima della messa in onda, ha già fatto discutere gli addetti ai lavori e riapre il dibattito sulla sicurezza e i controlli alle frontiere.
Mancini: “Diab in Italia senza mai essere fermata, guidava l’antidroga in Brasile”
Secondo quanto raccontato da Mancini, la donna – appunto Merielly Diab – sarebbe passata attraverso l’Italia “nell’ultimo anno e mezzo” senza che polizia o servizi segreti ne avessero notizia. “Era a capo dell’antidroga in Brasile”, ha ricordato l’ex 007, spiegando che proprio in Sudamerica Diab avrebbe incontrato il futuro marito, poi diventato uno dei capi di Hezbollah. Un dettaglio che, secondo Mancini, conferma i legami internazionali del movimento sciita libanese.
Il fatto che il suo passaggio sia rimasto nascosto fino ad ora mette sotto i riflettori i metodi di controllo e fa emergere possibili falle nel sistema. “Non risulta che sia mai stata fermata o identificata”, ha sottolineato Mancini, lasciando intendere che le autorità italiane potrebbero presto fare ulteriori accertamenti.
Hezbollah e droga: i soldi sporchi dietro il gruppo libanese
Nel corso dell’intervista, Mancini ha anche parlato dei finanziamenti di Hezbollah, mettendo in evidenza come una buona parte delle risorse del gruppo arrivi dal traffico di droga a livello globale. “I guadagni del narcotraffico sono una fonte importante per Hezbollah”, ha spiegato l’ex funzionario, citando le indagini seguite nella sua carriera.
Il legame tra Sudamerica, traffici illeciti e gruppi paramilitari del Medio Oriente non è una novità per gli esperti. Però, la presenza in Italia di una persona come Diab – con un passato nella polizia brasiliana e contatti diretti con i vertici del gruppo – riaccende il dibattito sulla facilità con cui queste reti riescono a muoversi tra continenti. “È un fenomeno da tenere d’occhio”, ha aggiunto Mancini.
Gaza: 30mila miliziani di Hamas ancora nascosti nei tunnel
Nella stessa puntata di “Colibrì”, collegata da Gerusalemme, la giornalista Fiamma Nirenstein ha aggiornato il conduttore Giovanni Terzi sulla situazione nel Medio Oriente. Secondo l’ex agente, nelle zone di Gaza e nei tunnel sotterranei sarebbero ancora circa 30mila miliziani di Hamas. Questi uomini, ha spiegato Mancini, controllano i dazi sulle forniture alimentari destinate alla popolazione.
“Il sistema dei tunnel è ancora il cuore della sopravvivenza militare ed economica di Hamas”, ha detto Mancini. La gestione del cibo – spesso oggetto di contrabbando o di tassazione interna – è uno degli strumenti di potere del gruppo nella Striscia. Secondo la Nirenstein, la situazione sul terreno resta molto tesa: “Le operazioni continuano, ma la presenza massiccia dei miliziani rallenta ogni avanzamento”, ha spiegato la giornalista.
Sicurezza italiana nel mirino: scattano i dubbi e le reazioni
La notizia che una figura legata ai vertici di Hezbollah sia passata inosservata in Italia ha già acceso il dibattito tra gli esperti di sicurezza. “Bisogna capire come sia stato possibile”, ha commentato un funzionario di polizia che ha chiesto l’anonimato. Al momento non risultano indagini ufficiali sul caso Diab, ma – secondo fonti vicine ai servizi – potrebbero partire accertamenti nei prossimi giorni.
Il tema dei controlli alle frontiere torna così a essere centrale. In attesa di chiarimenti dalle autorità, resta aperto il nodo della collaborazione tra forze di polizia e intelligence a livello internazionale. Come ha concluso Mancini: “Solo una rete ben organizzata può fermare questi passaggi silenziosi”.