Napoli, 21 novembre 2025 – Da domani sarà disponibile in anteprima su RaiPlay il documentario “Festa della musica, un concerto lungo trent’anni“. Un viaggio dentro una delle manifestazioni culturali più importanti d’Europa. Il film, scritto e diretto dai napoletani Andrea De Rosa e Mirella Paolillo, racconta come la Festa della Musica sia diventata, dal 1982 a oggi, un appuntamento capace di trasformare ogni 21 giugno piazze e strade europee in un unico grande palco collettivo.
Dalla prima edizione a Parigi alla radicazione in Italia
Il documentario, prodotto da Upside Production con il sostegno della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania, parte dalla prima edizione parigina del 1982. Fu un’iniziativa dell’allora ministro della Cultura francese, Jack Lang, che trasformò la capitale francese in un’enorme festa musicale. “Non era solo una festa – ricorda Lang nel film – ma un modo per restituire la musica alle persone, alle città”. Qualche anno dopo, grazie a Marco Staccioli, la manifestazione arrivò a Napoli, dove trovò terreno fertile per crescere e diventare un appuntamento radicato.
Un racconto a più voci tra istituzioni e artisti
Il documentario mescola immagini d’archivio, testimonianze e performance dal vivo. Tra le voci istituzionali, oltre a Lang, spiccano quelle di Dario Franceschini – che nel 2018 ha ufficializzato la Festa in Italia durante il suo mandato da ministro della Cultura – e di figure come Gianmarco Mazzi, Gaetano Manfredi, Antonio Bassolino, Massimo Pronio, Paolo Masini e Paola Carruba. “La Festa della Musica è diventata un appuntamento atteso, un momento per sentirsi parte di qualcosa di più grande”, spiega Franceschini.
Non mancano le testimonianze degli artisti: Enrico Rava, Tosca, Malika Ayane e Paolo Fresu raccontano cosa vuol dire suonare in strada, davanti a un pubblico variegato. “È come tornare alle origini”, confida Fresu. “La musica si fa insieme, senza barriere”.
Un omaggio a Ezio Bosso e Alan Wurzburger
Il film dedica uno spazio speciale a Ezio Bosso, primo testimonial ufficiale della Festa nel 2018. Le sue parole e le sue note, raccolte in immagini inedite, restituiscono il senso profondo dell’iniziativa: “La musica è di tutti”, ripeteva spesso Bosso. Un altro momento intenso è l’omaggio ad Alan Wurzburger, con l’ultima sua performance privata prima della scomparsa. Un frammento intimo, sospeso nel tempo.
Napoli protagonista e il messaggio europeo
Napoli ha un ruolo centrale nella storia. Non solo per la sua tradizione musicale, ma perché qui la Festa ha trovato un’anima popolare e inclusiva. “A Napoli la musica scende davvero in strada”, sottolinea De Rosa. Nel documentario si vedono piazza del Gesù, via Toledo, i Quartieri Spagnoli: luoghi dove ogni giugno si incontrano generi e generazioni diverse.
Ma il messaggio va oltre i confini della città. La Festa della Musica è raccontata come un “movimento globale”, capace di unire culture diverse attraverso il linguaggio universale della musica. In un’Europa alla ricerca di nuovi legami, la cultura – suggerisce il film – resta la base di un’identità comune e inclusiva.
Un ponte tra generazioni e comunità
Il documentario insiste su un punto: la Festa non è solo un evento annuale, ma un vero collante sociale. Ogni anno coinvolge migliaia di musicisti, amatori e professionisti, dai bambini delle scuole ai grandi nomi del jazz e del pop. “È una giornata in cui ci si riconosce parte di una stessa comunità”, sottolinea Malika Ayane.
Domani, su RaiPlay, il pubblico potrà vedere in anteprima questo racconto corale. Un’occasione per riscoprire, attraverso immagini, voci e suoni, come la musica possa ancora oggi costruire ponti tra persone diverse, dando vita e senso allo spazio pubblico.