Roma, 21 novembre 2025 – Andrea Sempio ha scelto la televisione, e non una qualunque, per raccontare la sua versione della vicenda che da oltre diciotto anni scuote Garlasco. Ospite di Bruno Vespa, prima a “Cinque Minuti” e poi a “Porta a Porta”, il 37enne – indagato nell’ultima riapertura del caso sull’omicidio di Chiara Poggi – ha ribadito davanti alle telecamere: «Il colpevole, secondo le sentenze, è Alberto Stasi. Io non ho motivo di pensare il contrario». Una frase chiara, pronunciata in prima serata su Rai 1, mentre lui stesso confessa che la sua vita «è come ai domiciliari».
Sempio: “Sono chiuso in camera, non posso vivere”
Seduto davanti a Vespa, Sempio non ha nascosto il peso di tutti questi anni sotto i riflettori delle indagini. «Non posso negarlo, mi sento perseguitato», ha ammesso con franchezza. Da quando il suo nome è tornato al centro delle attenzioni giudiziarie – per la terza volta dal 2007 – la sua vita è diventata una specie di prigione. «Sono tornato nella cameretta dove stavo da ragazzo. A quasi quarant’anni non posso fare niente, non posso avere una vita», ha raccontato. Un’esistenza sospesa, segnata da sospetti che tornano a galla a intervalli regolari.
Il biglietto su Venditti e le spese annotate dal padre
Tra i passaggi più discussi dell’intervista, Vespa ha chiesto conto del famoso appunto trovato a casa Sempio: «Venditti gip archivia per 20-30 euro». Una frase che ha riacceso polemiche, dato che l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, è ora indagato per corruzione in atti giudiziari. Sempio ha spiegato così: «Era solo un appunto di mio padre. Credo si riferisse al costo per ritirare le carte dell’archiviazione». Ha aggiunto che in casa sono stati trovati anche altri appunti, molto più dettagliati: «C’è un elenco di tutte le spese serie, espresse in migliaia di euro. Solo per avvocati e consulenti abbiamo speso circa 50mila euro». Secondo lui, questi documenti sono già finiti nelle mani degli investigatori, anche se – ha sottolineato – «i giornali non ne hanno ancora parlato».
Rapporti con gli inquirenti e accuse di favoritismi
Nel corso della trasmissione, Sempio ha affrontato anche il tema dei presunti rapporti privilegiati con gli inquirenti. Ha negato qualsiasi tipo di complicità o domande concordate durante gli interrogatori: «Non c’è stato nessun passaggio di domande. Quello che dicevo in macchina erano argomenti già usciti sui giornali o in tv». Ha poi precisato: «Con tutti gli inquirenti ho sempre avuto un buon rapporto. Quando sono stato sentito ho avuto l’impressione che capissero quello che dicevo, senza particolari pressioni». Ha ammesso di aver mantenuto toni confidenziali anche con i carabinieri incaricati dei rilievi: «Ce l’ho sempre avuto con tutti», ha detto.
Un’indagine che non dà tregua
Il caso Garlasco continua a sollevare dubbi e tensioni. La riapertura del fascicolo – la terza dal 2007 – è arrivata dopo nuovi elementi e testimonianze emersi. Eppure, come ha ricordato Sempio davanti a Vespa, «in anni di processi e sentenze il colpevole è stato individuato in Alberto Stasi». Nonostante questo, il suo nome torna ciclicamente tra i sospettati. Una situazione che, secondo lui, ha stravolto la sua vita e quella della sua famiglia.
Reazioni a caldo e cosa succede adesso
Le parole di Sempio hanno scatenato reazioni contrastanti tra i telespettatori e sui social. C’è chi ha mostrato solidarietà per la sua situazione; altri restano scettici sulle sue spiegazioni. Nel frattempo, l’inchiesta va avanti: gli investigatori stanno esaminando sia gli appunti sulle spese legali sia le nuove piste emerse negli ultimi mesi. Resta da vedere se questa ennesima riapertura porterà a sviluppi concreti o se il caso resterà avvolto nel mistero.
In attesa di risposte, la vicenda di Garlasco continua a dividere l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori. E Andrea Sempio, ancora una volta, si trova a difendere la propria posizione davanti alle telecamere e agli inquirenti.