Roma, 21 novembre 2025 – Angelo Fanizza, Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali, ha lasciato l’incarico meno di quattro mesi dopo la nomina. La sua decisione è stata ufficializzata oggi con una nota dell’Autorità, che ha voluto ringraziarlo per il lavoro svolto in questo breve lasso di tempo.
Dimissioni a sorpresa a pochi mesi dall’insediamento
Fanizza, nato a Bari nel 1973, era stato nominato Segretario Generale il 29 luglio scorso. Il mandato avrebbe dovuto coprire fino al 2027, ma, a quanto si apprende, la scelta di andarsene è maturata nelle ultime settimane. L’Autorità non ha fornito dettagli sulle motivazioni personali o professionali che hanno portato a questa decisione. Nella nota si legge soltanto: “Il Collegio del Garante, nel prenderne atto, ringrazia il Segretario Generale per il lavoro svolto”.
Un profilo tecnico con radici in magistratura e università
Il nome di Angelo Fanizza è ben conosciuto nel mondo giuridico e accademico. Magistrato amministrativo, dottore di ricerca in diritto pubblico dell’economia, Fanizza ha una lunga esperienza sia in tribunale sia in cattedra. Ha insegnato per anni all’Università di Bari, dove aveva incarichi di docenza in materie giuridiche. Prima della nomina al Garante, era magistrato al Tar del Lazio.
Non solo. È autore di molte pubblicazioni scientifiche e ha partecipato a diversi progetti di ricerca, soprattutto su temi legati alla pubblica amministrazione e alla tutela dei dati personali. La sua nomina a Segretario Generale era stata decisa all’unanimità dal Collegio dell’Autorità, formato da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza.
Il ruolo chiave del Segretario Generale e le sfide dell’Autorità
Il Segretario Generale è una figura centrale nel Garante per la protezione dei dati personali. Si occupa della gestione amministrativa e organizzativa dell’Autorità, coordina gli uffici e assicura che le decisioni del Collegio vengano messe in pratica. In questi mesi, Fanizza aveva seguito da vicino dossier importanti, come le nuove linee guida sulla privacy digitale e i rapporti con le istituzioni europee.
Negli ultimi anni, il Garante è finito spesso sotto i riflettori per il dibattito pubblico sulla protezione dei dati, soprattutto con l’arrivo di nuove tecnologie e le sfide legate all’intelligenza artificiale. “La tutela della privacy resta una delle priorità per il Paese”, aveva detto Fanizza al momento della sua nomina. Ora, con le sue dimissioni, si apre una fase di transizione che potrebbe rallentare l’avvio di alcune iniziative.
Reazioni e cosa succederà adesso
Finora non sono arrivate dichiarazioni ufficiali dai membri del Collegio. Fonti interne raccontano che la notizia è stata accolta con sorpresa negli uffici di Piazza Venezia, sede dell’Autorità. “Era un profilo tecnico molto apprezzato”, ha detto un funzionario che ha preferito non farsi riconoscere. Nei prossimi giorni il Collegio dovrà avviare la procedura per scegliere un nuovo Segretario Generale.
Non è escluso che l’incarico venga affidato temporaneamente a uno dei dirigenti già in servizio, almeno fino alla nomina definitiva. Le attività dell’Autorità, assicurano fonti vicine, continueranno comunque senza interruzioni sui dossier aperti.
Un momento delicato per il Garante
Le dimissioni di Angelo Fanizza arrivano in un momento complesso per il Garante. L’Autorità deve affrontare questioni importanti, come la regolamentazione dei dati sanitari e la sicurezza informatica nelle pubbliche amministrazioni. Ora il Collegio dovrà trovare un successore capace di garantire continuità e competenza.
Per Fanizza si chiude così un’esperienza breve ma intensa ai vertici dell’Autorità. Resta da vedere se nei prossimi giorni emergeranno nuovi dettagli sulle ragioni della sua scelta. Intanto, il Garante si prepara ad affrontare una nuova fase, con l’obiettivo – più volte sottolineato dallo stesso Fanizza – di “difendere i diritti fondamentali dei cittadini nell’era digitale”.