Napoli, 20 novembre 2025 – Un intervento estetico di routine, in una clinica privata a due passi dal centro storico di Napoli, si è trasformato in un incubo per Dario, 38 anni. Da sei mesi vive paralizzato sul lato destro del corpo. Era il 22 maggio quando, dopo aver deciso di correggere l’allineamento tra mandibola e mascella superiore, si è ritrovato a lottare tra la vita e la morte. Oggi, la Procura cerca di fare chiarezza su cosa sia realmente successo in sala operatoria.
La Procura di Napoli indaga sul caso
La pm Federica D’Amodio, insieme all’aggiunto Antonio Ricci della sezione Colpe professionali, ha aperto un’inchiesta. Tutto è partito dalla denuncia presentata dall’avvocato Giampaolo Galloro, legale di Dario. Secondo la ricostruzione, il paziente aveva scelto quella clinica privata dopo vari colloqui con il chirurgo. Il preventivo iniziale di 18mila euro era poi sceso a 16mila. L’intervento, definito “prettamente estetico”, prevedeva il ritorno a casa in giornata.
Il dramma in sala operatoria
Ma qualcosa è andato storto. Durante l’operazione, è uscita una copiosa perdita di sangue dall’orecchio sinistro, come riportato nella denuncia. Il personale ha subito chiamato il 118. Dario è stato trasportato all’Ospedale del Mare, nel quartiere Ponticelli, dove è arrivato in condizioni “gravissime”, secondo il referto della Rianimazione. L’avvocato spiega che “un vaso sanguigno è stato reciso e solo grazie a un intervento rapido i medici sono riusciti a fermare l’emorragia”. Tuttavia, il danno era ormai fatto.
Le conseguenze: ischemia e paralisi parziale
Il cervello di Dario ha subito una ischemia a causa della mancanza di sangue, anche se per pochi minuti. Il risultato è stata un’emiparesi del lato destro del corpo. “Non mi riconosco più – dice lui – ho perso la mobilità di tutto il lato destro e sono molto dimagrito. Anche le cose più semplici mi pesano”. La sua voce è affaticata, spezzata da frequenti pause. “Anche bere un bicchiere d’acqua è diventato una fatica”, confida.
Un secondo intervento e altre complicazioni
La situazione è peggiorata. Dopo il primo ricovero, Dario ha dovuto affrontare un altro intervento all’Ospedale del Mare. Questa volta per togliere una protesi inserita durante l’operazione estetica che aveva causato un’infezione. “L’impianto è stato rimosso per evitare ulteriori rischi”, si legge nei documenti allegati alla denuncia.
La famiglia accanto a Dario e un futuro incerto
La famiglia si è stretta intorno a lui. La madre, visibilmente provata, ricorda: “Dario era una persona attiva, lavorava come consulente informatico e amava viaggiare”. Ora la sua vita è fatta di fisioterapia e visite mediche. “Speriamo solo che venga fatta chiarezza”, dice il padre, seduto nella sala d’attesa dell’ospedale.
La clinica tace, la Procura va avanti
Dalla clinica privata nessuna dichiarazione ufficiale. Fonti vicine alla struttura sostengono che i medici abbiano seguito tutte le procedure previste. Toccherà però alla Procura stabilire se ci siano stati errori o negligenze durante l’operazione. Gli investigatori hanno già preso in mano le cartelle cliniche e ascoltato i primi testimoni.
Un caso che riaccende il dibattito sulla sicurezza degli interventi estetici
La storia di Dario torna a mettere sotto i riflettori la sicurezza degli interventi estetici in Italia e la questione delle responsabilità mediche. Secondo l’Ordine dei Medici di Napoli, ogni anno nel capoluogo campano si fanno più di 10mila operazioni di chirurgia estetica. “Serve più trasparenza sulle procedure e sulle garanzie per i pazienti”, ha detto un rappresentante dell’associazione dei consumatori.
Per Dario, intanto, la strada verso una possibile riabilitazione è lunga e incerta. “Non mi riconosco più”, ripete. Ma spera ancora che la giustizia faccia luce su quella mattina di maggio in una clinica del centro di Napoli.