Lecce, 20 novembre 2025 – Il Festival del Cinema Europeo di Lecce ha deciso di rendere omaggio a Lars von Trier, uno dei registi danesi più discussi e influenti degli ultimi anni. Una retrospettiva ha ripercorso i suoi film più importanti, mentre l’Ulivo d’oro alla carriera è stato consegnato in segno di riconoscimento. L’appuntamento, organizzato da Massimo Causo, si è svolto al Teatro Apollo, nel cuore di Lecce, davanti a un pubblico di appassionati e addetti ai lavori.
Dieci film per raccontare un autore che non lascia indifferenti
Sono dieci i film scelti per ripercorrere la carriera di von Trier. Si parte da “L’elemento del crimine” (1984), il suo primo lungometraggio, passando per “Epidemic” (1987) e “Europa” (1991). Poi i titoli che lo hanno portato alla fama internazionale: “Le onde del destino” (1996) e il cupo musical “Dancer in the Dark” (2000), premiato a Cannes. In programma anche “Dogville” (2003), con Nicole Kidman, e il visionario “Melancholia” (2011). Completano la selezione i due volumi di “Nymphomaniac” (2013) e il più recente e disturbante “La casa di Jack” (2018).
Secondo Causo, questa scelta vuole mostrare la complessità di un autore che ha sempre diviso critica e pubblico, ma che ha saputo rinnovare il cinema europeo. Il pubblico ha risposto con file lunghe fuori dalle biglietterie e sale piene, segno che il fascino di von Trier resta forte, anche a distanza di anni dalle sue opere più controverse.
Louise Vesth: “Lars sta lavorando a un progetto nuovo”
A rappresentare von Trier a Lecce è arrivata Louise Vesth, produttrice storica della casa danese Zentropa. Vesth ha portato un messaggio personale del regista e ha anticipato qualche novità. “Lars sta lavorando al suo ultimo progetto, si chiama ‘After’”, ha raccontato durante la conferenza stampa. “Non è più impegnato tutto il giorno come prima, ma posso dire che il lavoro sta andando avanti”.
Vesth ha anche svelato un dettaglio che ha catturato l’attenzione: “Stiamo pensando a qualcosa di monumentale, quasi un’enciclopedia del cinema e dell’arte, composta da cento episodi. Lars vuole mettere tutto il suo sapere in quest’opera”. Non c’è ancora una data d’uscita, ma la notizia ha già acceso la curiosità di molti.
Il messaggio di von Trier: “Cerco di non farmi condizionare”
Nel messaggio letto da Vesth, von Trier – a cui è stato diagnosticato il morbo di Parkinson – ha ringraziato il festival “per questo premio”. Poi una riflessione sul lavoro del regista: “Come uno chef che vuole mantenere il suo senso del gusto, ho cercato di evitare di vedere film nuovi per non farmi influenzare. Devo ammettere però che qualche volta ho ceduto: qualcosa l’ho visto. Ma il motivo per cui lo evito è il timore di essere troppo condizionato da idee che non fanno parte del mio percorso”.
Le parole hanno scatenato un lungo applauso in sala. All’uscita dal teatro, alcuni spettatori hanno commentato con rispetto questa apertura del regista. “Von Trier è sempre stato fuori dagli schemi”, ha detto Marco, uno studente universitario. “Anche ora che la malattia lo costringe a rallentare, resta fedele a se stesso”.
Un premio alla carriera e uno sguardo al futuro
L’Ulivo d’oro alla carriera, consegnato idealmente da Massimo Causo a Vesth, è un riconoscimento a chi ha saputo scuotere le certezze del cinema europeo. “Von Trier non lascia mai indifferenti”, ha detto Causo dal palco. “Che piaccia o no, ha cambiato il modo di raccontare storie”.
Il festival si chiude così con una delle sue edizioni più partecipate, e la promessa di continuare a dare spazio ai grandi registi di oggi. Mentre Lecce saluta von Trier con un omaggio sentito, resta la curiosità per il suo futuro. Forse meno rumoroso, ma sempre capace di sorprendere.