Roma, 19 novembre 2025 – Rino Gaetano, il cantautore che ha lasciato un segno profondo nella musica italiana grazie alla sua ironia tagliente e ai testi pieni di significato, torna sotto i riflettori con “Rino Gaetano Sempre più blu”. Il documentario, firmato da Giorgio Verdelli, sarà proiettato in sala il 24, 25 e 26 novembre come evento speciale, distribuito da Medusa. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il film arriva a cinquant’anni dall’uscita di “Ma il cielo è sempre più blu”, il brano simbolo di un artista scomparso troppo presto, nel 1981, a soli trent’anni.
Un ritratto corale e sincero
Prodotto da Sudovest Produzioni e Indigo Film, in collaborazione con Rai Documentari, il documentario si allontana dal classico biopic. Verdelli ha spiegato: “Non volevo raccontare la tragedia o lamentele. Ho cercato di mostrare cosa ha rappresentato davvero Rino Gaetano nella storia della musica italiana, un posto che non gli è mai stato riconosciuto pienamente”. È il primo ritratto autorizzato dalla famiglia Gaetano. A dare voce al racconto sono amici, parenti e colleghi: la sorella Anna, il nipote Alessandro, musicisti come Danilo Rea e Shel Shapiro, insieme a Edoardo De Angelis, Ernesto Bassignano, Tommaso Labate, Peppe Lanzetta, Claudio Santamaria, Paolo Jannacci e Valeria Solarino.
L’eredità di Rino Gaetano, ieri e oggi
Il film ospita anche le parole di artisti giovani che si sono lasciati ispirare da Gaetano. Brunori Sas ha detto: “È stato un maestro nel farci capire che il surreale può essere più reale del reale. Resta sempre attuale perché il suo racconto è senza retorica”. Lucio Corsi ha raccontato come la musica di Gaetano lo abbia spinto a partecipare a Sanremo: “Mi ha fatto capire che si può salire su un grande palco senza diventare marionette”. Nel documentario si ascolta anche una traccia inedita, “Un Film a Colori – Jet set”, e si vede un’intervista con Lucio Dalla che ricorda il primo incontro casuale con Gaetano in un autogrill e il viaggio verso Roma che ha segnato l’inizio della sua carriera.
Un artista libero, spesso frainteso
Per Verdelli, la forza di Rino Gaetano sta nell’essere stato “un uomo e artista veramente libero”, una qualità che ancora oggi affascina i giovani. Eppure, la sua ironia e leggerezza hanno spesso fatto sottovalutare la profondità dei suoi testi. “Spesso non è stata capita fino in fondo la forza e la dinamica delle sue parole”, ha detto il regista. Nel documentario si parla anche del rapporto con collaboratori storici come Rodolfo “Foffo” Bianchi, produttore dei dischi più importanti di Gaetano. Verdelli ha recuperato un’intervista radiofonica in cui l’artista racconta le sue passioni musicali: “Volevo che fossero presenti i musicisti che hanno davvero suonato con lui, chi lo ha accompagnato”.
Un successo senza fronzoli
Rino Gaetano, famoso per hit come “Gianna” e “Berta filava”, resta una figura fuori dagli schemi nel panorama musicale italiano. Verdelli, che lo conobbe nel 1978, ricorda che anche dopo il successo Gaetano era una persona umile, senza artifici. “Ironizzava su tutti, soprattutto su se stesso”, ha raccontato il regista. Il documentario vuole restituire al pubblico non solo la sua voce, ma anche lo spirito libero di un artista capace di parlare ai giovani di ieri e di oggi.
Un appuntamento per riscoprire un’icona
L’uscita evento in sala, il 24, 25 e 26 novembre, è un’occasione per tornare a scoprire Rino Gaetano attraverso filmati d’archivio, testimonianze inedite e nuove letture del suo lascito artistico. Un viaggio tra ricordi personali e memoria collettiva che conferma quanto la sua musica parli ancora al presente. Come ha detto Brunori Sas: “Il racconto di Rino è privo di retorica. Ed è proprio per questo che resta sempre attuale”.