Trieste, 19 novembre 2025 – Un biglietto scritto con la calligrafia incerta di un bambino, poche parole rivolte al padre, è l’ultimo segno lasciato da Giovanni, il piccolo di 9 anni ucciso dalla madre Olena Stasiuk a Muggia. La tragedia si è consumata lo scorso 12 novembre, in un appartamento silenzioso, mentre fuori la città scorreva ignara. A rendere pubblico il messaggio – “Papà ti voglio bene più di tutto il mondo. Sei il papà migliore del mondo. Ti voglio bene” – è stata la trasmissione “Dentro la notizia”, condotta da Gianluigi Nuzzi su Canale 5. Un frammento di affetto che oggi pesa come un macigno.
Famiglia in crisi: il padre lanciava l’allarme
La storia di Giovanni nasce in un clima di tensioni e paure familiari. Durante la trasmissione è stato mostrato un audio del dicembre 2023, in cui la madre racconta di un episodio con l’ex marito. Lui aveva chiamato la polizia, preoccupato per la sicurezza del bambino. “Mi considera pericolosa”, diceva Olena Stasiuk con voce stanca e rassegnata. Oggi quelle parole suonano come un monito drammatico. Gli inquirenti confermano che i rapporti tra i genitori erano ormai rotti da tempo. Il padre viveva nel timore costante che Giovanni potesse restare solo con la madre.
Il giorno dell’orrore: Giovanni non torna a casa
Il 12 novembre, Giovanni non è rientrato come previsto. Il padre, preoccupato dal silenzio di Olena e dal telefono che squillava a vuoto, ha chiamato la polizia. Gli agenti sono arrivati in via Roma, a Muggia, poco dopo le 17:30. Quello che hanno trovato è stato straziante: il bambino era già morto da ore. La madre, in stato di shock, non riusciva a parlare. Secondo i primi accertamenti, Giovanni è stato colpito alla gola mentre si trovava in casa con la madre. L’autopsia ha confermato che non ha avuto alcuna possibilità di difendersi.
La madre, i disturbi e le indagini
Olena Stasiuk, 38 anni, soffriva da tempo di gravi problemi psichici. Lo dicono fonti vicine alla famiglia e i documenti raccolti dagli investigatori. Dopo l’arresto, è stata portata al carcere del Coroneo a Trieste con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Nei prossimi giorni sarà sottoposta a una perizia psichiatrica, come deciso dal pubblico ministero. “Era seguita dai servizi sociali”, racconta una vicina, “ma sembrava sempre più chiusa in se stessa”. Intanto gli inquirenti scavano nelle ultime settimane della donna, cercando indizi e segnali che forse sono stati sottovalutati.
Il dolore e il silenzio della comunità
La salma di Giovanni sarà consegnata al padre nelle prossime ore per i funerali. A Muggia, l’aria è carica di dolore. Davanti alla scuola elementare frequentata dal bambino sono spuntati fiori e biglietti dei compagni e degli insegnanti. “Era gentile con tutti”, ricorda una maestra con gli occhi lucidi. Il Comune ha proclamato il lutto cittadino per il giorno delle esequie.
Un dramma che fa riflettere sulla prevenzione
La morte di Giovanni riapre il dibattito su come proteggere i minori in famiglie in difficoltà. Fonti giudiziarie riferiscono che il padre aveva più volte espresso timori sulla salute mentale di Olena e sulla sicurezza del figlio. Eppure, stando alle prime indagini, non erano stati presi provvedimenti contro la donna. “Ci sentiamo impotenti”, ammette un operatore dei servizi sociali. Ora, davanti a quel biglietto scritto con la semplicità e l’innocenza di un bambino di nove anni, resta una domanda pesante: si poteva fare di più?