Roma, 18 novembre 2025 – Un appunto mai visto prima, scritto da Emanuela Orlandi e ritrovato dalla Commissione bicamerale d’inchiesta guidata dal senatore Andrea De Priamo, riapre il caso della ragazza scomparsa nel 1983. Il documento, scovato grazie alla collaborazione del Ros dei Carabinieri, parla di un cineforum-teatro chiamato “Il montaggio delle attrazioni”, sulla via Cassia, non lontano da casa del regista di B-movie Bruno Mattei. Emanuela, emerge dagli atti, sarebbe stata a uno spettacolo in quel luogo poco più di un mese prima di sparire.
Un appunto che cambia il quadro: cosa ha scoperto la Commissione
Il senatore De Priamo, contattato dall’Ansa, ha spiegato che le indagini hanno portato alla luce “elementi nuovi” e che questo appunto è una novità importante. “Abbiamo trovato questo scritto grazie al lavoro congiunto con il Ros – ha detto il parlamentare di Fratelli d’Italia – e ora stiamo cercando di capirne il peso”. Il documento non era mai finito negli atti ufficiali e colpisce per due motivi: la vicinanza del cineforum alla casa di Mattei e i rapporti tra il regista e alcuni studenti della scuola di musica Ludovico da Victoria, dove studiava anche Emanuela.
Bruno Mattei e i legami con la scuola di musica
Il nome di Bruno Mattei è saltato fuori durante l’audizione di Alfonso Montesanti, ex marito di Patrizia De Lellis. Lei è figlia di Franco De Lellis e Giuliana De Ioannon: il primo era una figura chiave della scuola Ludovico da Victoria, la seconda lavorava alla segreteria della direttrice ed era legata sentimentalmente a Mattei. In Commissione è stato detto che Mattei aveva contatti con diversi studenti dell’istituto, tra cui proprio Emanuela. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe aprire nuove piste. “Stiamo lavorando su tutte le ipotesi, nessuna esclusa”, ha ribadito De Priamo.
Le piste aperte: da Londra all’ambito internazionale, senza tralasciare la famiglia
La Commissione continua a esaminare tutte le possibilità. Il senatore De Priamo ha sottolineato come la cosiddetta “pista di Londra” venga vista come un tentativo di depistaggio. “Un’azione di inquinamento, anche a danno di Pietro Orlandi”, ha detto, spiegando che si sta cercando di capire chi abbia messo in piedi questa pista e perché. Restano invece aperte altre ipotesi, tra cui un coinvolgimento internazionale o quello del fotografo romano Marco Accetti, che nel 2013 si autoaccusò del rapimento di Emanuela e Mirella Gregori, definendo il sequestro un falso costruito per ricattare il Vaticano.
Scavi sotto la Casa del Jazz: la famiglia Orlandi reagisce
Negli ultimi giorni, l’attenzione si è concentrata sugli scavi sotto la Casa del Jazz a Roma. Come spesso succede in casi così delicati, sono circolate voci di possibili legami con la scomparsa di Emanuela, ma non ci sono conferme ufficiali che queste ricerche riguardino il caso. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, intervistato a “Storie italiane” su Rai Uno, ha detto con amarezza: “Ogni volta che si scava a Roma si pensa sempre a Emanuela. Io spero davvero che non ci sia nulla lì sotto”.
Quarant’anni di misteri: il caso Orlandi resta aperto
A più di quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, questo appunto sul cineforum aggiunge un pezzo nuovo a un puzzle ancora tutto da completare. La Commissione bicamerale continua a scavare tra documenti mai visti e testimonianze raccolte in questi mesi. La speranza – condivisa dalla famiglia Orlandi e da chi segue la vicenda – è che ogni nuovo dettaglio possa finalmente avvicinarci a una verità che tarda ad arrivare.