Tokyo, 18 novembre 2025 – Le Borse asiatiche hanno chiuso la seduta in modo altalenante, mentre resta alta la preoccupazione per una possibile bolla sui titoli tecnologici che condiziona le mosse degli investitori. A Tokyo, il Nikkei ha lasciato sul terreno lo 0,1%, frenato dalla prima contrazione del PIL giapponese in sei trimestri. Le tensioni con la Cina hanno pesato soprattutto sui titoli legati al turismo e al commercio al dettaglio, dicono gli analisti locali.
Borse asiatiche in bilico tra timori e attesa
A Hong Kong, l’Hang Seng ha perso l’1%, mentre Shanghai ha chiuso con un calo dello 0,5%. Shenzhen è rimasta praticamente ferma (-0,03%), così come Sydney (+0,02%). In controtendenza, invece, si è mossa Seul, con un rialzo dell’1,9%. Gli operatori sottolineano un clima di grande incertezza: “La volatilità è alta, molti preferiscono aspettare i dati macro dagli Stati Uniti prima di muoversi”, ha raccontato un gestore di fondi a Singapore.
Tutti gli occhi puntati su Nvidia e i dati Usa
L’attenzione è tutta sul trimestre di Nvidia, i cui risultati sono attesi per mercoledì. Il gigante dei chip è visto come un indicatore della corsa all’intelligenza artificiale e dell’andamento dei titoli tech. Intanto, con la fine dello shutdown negli Stati Uniti, si tornerà a guardare i dati macroeconomici, fondamentali per capire le mosse della Federal Reserve. “C’è molta prudenza, il mercato vuole segnali chiari sulla crescita americana”, spiega un analista di Hong Kong.
Wall Street cerca la ripresa
A New York, dopo una settimana difficile per i principali indici, i futures mostrano qualche segnale di ripresa: il future sul Nasdaq sale dello 0,6%, quello sull’S&P 500 dello 0,3%. In Europa, invece, le previsioni restano deboli: il future sull’Euro Stoxx 50 perde lo 0,1% nelle prime contrattazioni. “Il sentiment è fragile, ma si respira un po’ di voglia di ripartire”, dice un trader milanese poco dopo l’apertura.
Bitcoin prova a risalire dopo il crollo
Sul fronte delle criptovalute, il bitcoin è tornato sopra i 95 mila dollari (+2%), dopo aver toccato domenica livelli più bassi rispetto all’inizio dell’anno. Il rimbalzo arriva in una settimana segnata dall’avversione al rischio, alimentata dai timori di una bolla nell’intelligenza artificiale. “Il mercato crypto resta molto sensibile alle notizie che arrivano dai grandi della tecnologia”, commenta un esperto del settore.
Tassi Usa fermi, oro e petrolio in calo
Negli Stati Uniti, i rendimenti dei Treasury sono rimasti stabili: il decennale si mantiene al 4,137%. Gli investitori aspettano i prossimi dati macro per capire se la Federal Reserve sceglierà o meno un nuovo taglio dei tassi a dicembre. Il presidente Jerome Powell ha definito questa possibilità “non scontata”, lasciando aperte tutte le strade. Intanto, l’oro ha perso il 2,2%, scendendo a 4.075 dollari l’oncia, mentre il petrolio WTI è calato dell’1,1%, a 59,42 dollari al barile.
Trump spinge per sanzioni contro chi commercia con Mosca
Sul fronte geopolitico, il presidente statunitense Donald Trump ha espresso il suo sostegno a una legge che prevede sanzioni per i Paesi che mantengono rapporti commerciali con la Russia. Una mossa che potrebbe avere ripercussioni importanti sui mercati energetici e sulle relazioni internazionali nei prossimi mesi.
In sintesi, la giornata sui mercati asiatici si è chiusa all’insegna dell’incertezza e dell’attesa. Gli operatori restano prudenti: solo nei prossimi giorni si capirà se le tensioni sulle valutazioni tecnologiche e le mosse delle banche centrali porteranno a nuova volatilità o a segnali di stabilità.