Roma, 18 novembre 2025 – Papa Francesco ha lanciato un appello forte alle istituzioni e al mondo della cultura, puntando i riflettori sulla “preoccupante erosione” delle sale cinematografiche. Sempre più spesso, ha sottolineato, queste storiche piazze di socialità stanno sparendo da città e quartieri. Il Pontefice ha parlato questa mattina in Vaticano, davanti a registi, attori, produttori e addetti ai lavori, riuniti nella Sala Clementina poco dopo le 10.30.
“Non sono pochi a dire che il cinema e l’esperienza in sala sono in pericolo”, ha detto Francesco con voce ferma e coinvolta. “Chiedo alle istituzioni di non rassegnarsi e di lavorare insieme per difendere il valore sociale e culturale di questa arte”.
Il cinema, cuore pulsante delle comunità
Nel suo discorso, il Papa ha ricordato come per decenni le sale cinematografiche siano state molto più di un luogo dove guardare un film. Sono state spazi di incontro, confronto, crescita collettiva. “Luoghi dove si cresce insieme”, ha aggiunto. Ma oggi la realtà è cambiata. I dati Anica parlano chiaro: negli ultimi dieci anni in Italia sono spariti più di 1.200 schermi, soprattutto in piccoli centri e periferie.
“Quando una sala chiude – ha osservato Francesco – si perde qualcosa che va ben oltre il semplice intrattenimento”.
Per il Pontefice il cinema è una forma d’arte capace di raccontare storie, trasmettere valori e stimolare il dialogo tra generazioni. “Il cinema aiuta a vedere la realtà con occhi diversi, a mettersi nei panni degli altri”. Il suo è un invito a non accettare la crisi delle sale come un destino inevitabile.
Un appello chiaro alle istituzioni: “Non mollate”
Il Papa ha rivolto parole dirette alle autorità pubbliche e agli amministratori locali: “Invito le istituzioni a non mollare”. Per lui serve un impegno condiviso per mantenere vive le sale cinematografiche sul territorio, anche con incentivi e collaborazioni tra pubblico e privato. “Solo così – ha detto – si può difendere il valore sociale e culturale di questa attività”.
Le sue parole arrivano in un momento difficile per il settore. Dopo la pandemia, la ripresa degli spettatori in sala è stata lenta e disomogenea. Secondo i dati Cinetel aggiornati a ottobre 2025, gli ingressi restano ancora sotto del 30% rispetto ai livelli pre-Covid. Molti esercenti segnalano problemi economici crescenti e una concorrenza sempre più forte delle piattaforme digitali.
Il mondo del cinema risponde
Tra i presenti all’udienza, molti operatori hanno accolto con favore il discorso del Papa. Piera Detassis, presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – David di Donatello, ha commentato: “Le sue parole ci danno forza. Il cinema non è solo industria, è anche comunità”. Anche il regista Paolo Virzì, seduto tra i primi, ha confidato: “Abbiamo bisogno di sentire che le istituzioni ci sono vicine”.
Non sono mancati riferimenti alle difficoltà reali del settore. “Ogni sala che chiude è una ferita per il territorio”, ha spiegato Mario Lorini, presidente dell’Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema). Lorini ha sottolineato come molte realtà locali rischiano di perdere l’ultimo presidio culturale rimasto.
Tra sfide e speranze: il futuro delle sale
La crisi delle sale cinematografiche non è solo un problema italiano. Francia e Germania mostrano trend simili: secondo l’Unic (International Union of Cinemas), in Europa occidentale sono stati chiusi più di 2.500 schermi dal 2020 a oggi. Eppure, ci sono segnali positivi: nuovi progetti di multisala nei centri storici, rassegne dedicate ai giovani, collaborazioni con scuole e associazioni.
Il Papa ha chiuso il suo intervento con un invito rivolto a tutti – istituzioni, imprenditori, artisti – a “non arrendersi alla logica della chiusura” e a cercare nuove strade per tenere vive le sale nei territori. “Solo così – ha detto – potremo continuare a vivere insieme la magia del cinema”.
Un messaggio forte, che arriva in un momento in cui la sopravvivenza stessa delle sale è a rischio. Un richiamo alla responsabilità di tutti per salvaguardare un patrimonio fatto di storie, volti e comunità.