Roma, 18 novembre 2025 – La Corte dei Conti ha oggi bloccato il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il Ministero dei Trasporti e la Società Stretto di Messina. Quel documento avrebbe dovuto definire i rapporti tra la concessionaria del progetto per il Ponte sullo Stretto e il ministero guidato da Matteo Salvini. La decisione è arrivata in tarda mattinata e è stata resa nota con una nota ufficiale della magistratura contabile. Le motivazioni, ancora in lavorazione, saranno pubblicate entro trenta giorni con una deliberazione formale.
Ponte sullo Stretto, un altro stop che complica il futuro
La decisione della Corte dei Conti è un nuovo intoppo per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che da decenni divide l’opinione pubblica e la politica. Il terzo atto aggiuntivo, ora bloccato, avrebbe aggiornato e ridefinito i rapporti tra la Società Stretto di Messina – incaricata della costruzione – e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si tratta di un passaggio tecnico, certo, ma decisivo per andare avanti con l’iter burocratico.
La stessa Corte ha fatto sapere che i motivi del rifiuto al visto non sono ancora stati resi pubblici. “Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita Deliberazione”, si legge nella nota diffusa poco dopo mezzogiorno. I tempi lunghi fanno capire quanto la questione sia complessa e richieda approfondimenti legali.
Un progetto tra speranze e polemiche
Negli ultimi mesi, il Ponte sullo Stretto di Messina è tornato a far parlare di sé dopo la riattivazione della Società Stretto di Messina e la ripresa delle procedure burocratiche. Il governo Meloni ha inserito l’opera tra le priorità infrastrutturali. Il ministro Salvini ha più volte ribadito la volontà di “andare avanti senza esitazioni”. Ma ora la decisione della Corte rischia di mettere un freno ai tempi.
Fonti vicine al Ministero spiegano che il terzo atto aggiuntivo serviva a mettere a punto gli accordi, aggiornandoli alle nuove norme degli ultimi anni e garantendo i fondi necessari per l’opera. “Stiamo valutando le conseguenze della decisione”, ha detto un funzionario del Mit contattato nel primo pomeriggio. Nessun commento, invece, dalla società concessionaria.
Le reazioni della politica: tra attesa e cautela
La notizia del blocco ha subito acceso il dibattito politico. Dal Partito Democratico arrivano richieste di chiarimenti. “Serve trasparenza su ogni passaggio”, ha detto la deputata Elly Schlein. Più cauta la posizione del centrodestra, che preferisce aspettare di vedere le motivazioni ufficiali prima di esprimersi. “Aspettiamo la deliberazione della Corte”, ha spiegato un esponente di Forza Italia vicino al dossier.
Sul territorio, tra Sicilia e Calabria, la notizia ha suscitato sentimenti contrastanti. A Messina, alcuni commercianti del centro temono ritardi nei lavori. “Di questo ponte si parla da una vita, ma non si vede mai niente di concreto”, racconta Antonio, titolare di un bar in via Garibaldi. Diversa la voce dei comitati ambientalisti, da sempre contrari all’opera. “La Corte dei Conti ha fatto bene a fermarsi davanti ai dubbi”, dice Maria Grazia Ricciardi, portavoce del coordinamento No Ponte.
Ora si aspetta la decisione finale: trenta giorni per capire
Adesso tutta l’attenzione è puntata sulle motivazioni che la Corte dei Conti pubblicherà entro trenta giorni. Solo allora si capirà se si tratta di problemi formali superabili o di ostacoli più seri, che potrebbero mettere a rischio l’intero percorso burocratico. Nel frattempo, il Ministero dei Trasporti dovrà decidere se correggere l’atto e riproporlo o attendere le indicazioni della magistratura contabile.
Il futuro del Ponte sullo Stretto resta quindi in bilico, tra una decisione tecnica dal peso politico evidente. E mentre a Roma si aspettano chiarimenti, sulle due sponde dello Stretto si torna a discutere – ancora una volta – se e quando l’opera vedrà finalmente la luce.