New York, 17 novembre 2025 – Tre sorelle, Judith Lowry, Naomi Hample e Adina Cohen, rispettivamente 90, 88 e 84 anni, continuano a difendere con forza la storica libreria Argosy sulla 59esima strada di Manhattan. Mentre la gentrificazione avanza e i negozi a conduzione familiare spariscono uno dopo l’altro, loro resistono. Quest’anno, la libreria – fondata nel 1925 dal padre Louis Cohen – compie cento anni, restando l’ultimo baluardo indipendente in una delle zone più care della città.
Argosy: cento anni di libri antichi nel cuore di Manhattan
La storia di Argosy è un pezzo di vita della famiglia Cohen e di New York stessa. Sei piani pieni di scaffali, libri rari, stampe e manifesti. La libreria si trova tra Lexington e Park Avenue, in un palazzo che Louis Cohen comprò negli anni Cinquanta, intuendo il valore di avere un posto tutto loro. “Paghiamo il prezzo di lavorare in libreria”, ha raccontato Judith al New York Times, lasciando intendere che le offerte milionarie per l’edificio – valutato dagli esperti oltre i 10 milioni di dollari – non li hanno mai davvero tentati.
Il nome “Argosy” viene da una parola inglese antica che indicava un mercantile carico di tesori, ispirata alla città di Ragusa (oggi Dubrovnik), un tempo repubblica marinara. È un’eredità poetica che le sorelle Cohen hanno fatto propria, resistendo a decenni di cambiamenti e crisi del settore.
La resistenza delle sorelle contro la gentrificazione
Le tre sorelle sono entrate in libreria appena finite le scuole, su richiesta del padre. Da allora hanno visto chiudere tante altre librerie storiche di New York: Gotham, Coloseum, St. Mark’s e, più di recente, Shakespeare & Co. Nonostante i prezzi degli immobili alle stelle e la pressione dei grandi gruppi editoriali e delle vendite online, Argosy è rimasta lì, solida. “A noi piace star qui”, ha ribadito Judith, sottolineando che per loro è una questione di identità.
I clienti abituali temono per il futuro del negozio, ma le sorelle non vogliono mollare. Ogni giorno arrivano offerte per comprare l’edificio; loro rispondono sempre allo stesso modo: preferiscono lavorare tra i libri piuttosto che cedere alle logiche del mercato immobiliare.
Un secolo di incontri e storie tra i libri
Negli anni, tra gli scaffali di Argosy sono passati personaggi famosi e meno famosi. La principessa Grace di Monaco, Oriana Fallaci, Kirk Douglas, Mick Jagger. Woody Allen ha girato qui alcune scene del film “The Front” nel 1976. Franklin Delano Roosevelt ordinava dal catalogo della libreria; Jacqueline Kennedy si rivolgeva ad Argosy per arricchire la biblioteca della Casa Bianca. Bill Clinton conosce le sorelle di persona: dopo un’alluvione nella sua casa di Chappaqua, fu proprio Argosy a restaurare i suoi libri danneggiati.
Oggi la libreria offre proposte per tutte le tasche al piano terra, ma resta soprattutto una delle poche librerie antiquarie rimaste in città. Judith si occupa delle prime edizioni al quinto piano; Naomi ha creato negli anni Ottanta una sezione per gli autografi; Adina segue i libri rari. Un lavoro di squadra che si passa di generazione in generazione.
Tradizione e futuro in un quartiere che cambia
Dopo la morte del padre Louis nel 1991 – che lavorò fino all’ultimo, scomparendo a 87 anni – le sorelle hanno preso le redini insieme alla madre Ruth, attiva fino a 96 anni. Dal 2000 anche Ben Lowry, figlio di Judith, è entrato in società: un segnale che la tradizione potrebbe andare avanti ancora.
In un quartiere dove i negozi storici cedono il passo a boutique e catene, Argosy resta un punto di riferimento per bibliofili e curiosi. Le sorelle Cohen accolgono ogni giorno clienti e visitatori con la stessa passione che ha fatto arrivare la libreria fino a cento anni. E nonostante le incognite del futuro, il messaggio è chiaro: “Ci piace stare qui”. Una scelta che vale più di ogni offerta milionaria.