Bologna, 17 novembre 2025 – Nel cuore dell’Emilia-Romagna, una delle regioni più ricche d’Italia, la povertà avanza silenziosa ma inesorabile. A raccontare questa realtà spesso nascosta è il docufilm “I nuovi poveri”, firmato dal giornalista Stefano Ferrari e presentato ieri sera sotto i portici di Bologna. Un viaggio tra le strade e i quartieri della città, dove le storie di chi fatica ad arrivare a fine mese si intrecciano con i numeri di un’emergenza sociale che non si può più ignorare.
Povertà in crescita anche nelle zone più ricche
Le ultime rilevazioni dicono che in Emilia-Romagna quasi un milione di persone si trova in difficoltà economica. Un dato che sorprende, visto che questa terra è conosciuta come una delle locomotive economiche del Paese. Eppure, come sottolinea il docufilm, la crisi ha colpito duro anche qui: in Italia, il 9,8% della popolazione vive in povertà assoluta, con un bambino su sette che ne è coinvolto. “Abbiamo voluto raccontare quello che spesso resta invisibile – ha spiegato Ferrari durante la presentazione –. Le fragilità sono ovunque, anche dove meno te lo aspetti”.
Il racconto si snoda tra testimonianze raccolte nei quartieri popolari e nei centri di assistenza. A guidare Ferrari in questo viaggio c’è l’Acli di Bologna, che ogni giorno si trova a fronteggiare una domanda di aiuto sempre più alta. “Il nostro welfare locale è sotto pressione – ha ammesso Simone Zucca, direttore dell’associazione –. Vediamo sempre più persone che non riescono a coprire le spese più semplici”.
Numeri e volti dietro l’emergenza
I dati delle Acli di Bologna sono impietosi: il 17% di chi chiede aiuto ha un reddito annuo sotto i 6mila euro. Un terzo delle famiglie è formato da una sola persona, spesso anziani o giovani adulti soli. E proprio i giovani laureati, un tempo il futuro della città, oggi fanno fatica a restare: “Molti se ne vanno perché non possono permettersi affitti e costi della vita”, spiega Zucca.
Il docufilm mette in luce anche l’aumento della richiesta di pasti gratuiti: solo nel 2024, alla mensa dell’Antoniano sono stati serviti 84mila pasti, con un +14% rispetto all’anno prima. Fra Giampaolo Cavalli, che coordina i 600 volontari, ricorda come “qui il cibo è nutrimento, ma anche dignità”. La Caritas di Bologna assiste ogni giorno circa 400 persone senza casa, offrendo non solo un pasto, ma anche ascolto e sostegno.
Le voci della città: un appello alla responsabilità
Nel finale del documentario parla il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI. Le sue parole sono un invito a non girarsi dall’altra parte: “La povertà si è fatta cronica – dice Zuppi –. I nuovi poveri sono spesso figli di poveri. Serve tanta solidarietà, ma anche guardare al futuro con speranza per trovare soluzioni”.
Il pubblico in sala ascolta in silenzio, qualcuno annuisce. C’è chi si commuove davanti alle storie di famiglie che hanno perso tutto per una malattia o un licenziamento improvviso. Altri prendono appunti, forse per portare queste storie nelle scuole o nei consigli comunali.
Un’emergenza che riguarda tutti
La presentazione del docufilm arriva in un momento delicato per la città. Nei corridoi del Comune si discute da mesi su come rafforzare le reti di protezione sociale. “Non basta più l’assistenza d’emergenza – confida un operatore sociale presente all’evento –. Serve prevenzione, politiche per la casa e sostegno al reddito”.
Intanto, sotto i portici di Bologna, la povertà cammina accanto a chi corre verso l’università o il lavoro. Invisibile per molti, ma ben presente per chi ogni giorno si siede alla mensa dell’Antoniano o bussa alle porte delle associazioni. Il docufilm di Ferrari non dà soluzioni facili, ma invita a guardare in faccia una realtà che riguarda tutti. Anche qui, nel cuore dell’Emilia più ricca.