Roma, 16 novembre 2025 – Ieri sera, Viggo Mortensen, l’attore americano noto soprattutto per Aragorn ne “Il Signore degli Anelli”, ha scelto di presentare al cinema Troisi di Roma “Una giornata particolare” di Ettore Scola. L’evento faceva parte degli appuntamenti legati all’Udienza del Papa con il mondo del cinema, che ha riunito nella capitale artisti e addetti ai lavori. Davanti a un pubblico attento, Mortensen ha spiegato perché ha voluto proprio questo film e ha lanciato un monito sulla fragilità delle democrazie occidentali.
Un film che parla al presente
“Ho scelto questo film – ha detto Mortensen – perché è fatto con una cura nei dettagli che si sente in ogni scena”. Ha messo in luce la forza delle interpretazioni di Sophia Loren e Marcello Mastroianni, ma soprattutto il valore della storia, che secondo lui resta universale. “Fa pensare a come una nazione intera possa perdere l’istinto di difendere i diritti umani fondamentali”, ha spiegato. Ed è proprio questo a rendere il film ancora oggi così rilevante.
Seduto tra le poltrone rosse del Troisi, Mortensen ha ricordato quando vide “Una giornata particolare” per la prima volta, quasi cinquant’anni fa. “Mi aveva colpito molto allora, e durante il lockdown per il Covid, cinque anni fa, mi ha emozionato ancora di più”, ha raccontato. In quei mesi di isolamento, ha rivisto molti film degli anni Settanta, ma quello di Scola gli è sembrato “più attuale che mai”.
Tra democrazia e il rischio del conformismo
L’attore ha poi fatto un parallelo tra l’Italia del 1938, dove si svolge la storia del film, e le sfide che oggi affrontano Europa e Stati Uniti. “Il confronto tra quella democrazia e la libertà di pensiero di allora e oggi è chiaro, lo era nel 2020 e lo è anche adesso”, ha detto. Per Mortensen, il film mette in luce “i segnali di un’autorità fascista sempre più dura”, che erano già ben visibili quasi cento anni fa.
Eppure, ha sottolineato, “allora così pochi si sono schierati per difendere la democrazia”. Una domanda che, secondo lui, resta aperta anche oggi. “Dovremmo chiederci la stessa cosa ora”, ha insistito. Nel suo discorso ha messo in guardia dal confondere patriottismo e nazionalismo, ricordando come la paura, sia fisica che economica, spinga molti a conformarsi, favorendo così l’ascesa di nazionalismi che annullano compassione e rispetto.
Arte, speranza e società: il richiamo di Mortensen e del Papa
Durante la serata, Mortensen ha richiamato le parole di Papa Francesco sul valore della speranza e sul ruolo delle arti nella società. “Il Papa e il Vaticano parlano di ‘speranza’ quando si riferiscono al potere delle arti, specialmente del cinema, di influenzare la società”, ha ricordato. Per l’attore, coltivare un sincero interesse per la cultura e l’arte aiuta a diffondere esempi positivi di convivenza e a mettere al primo posto la compassione invece del pregiudizio.
“Amare l’espressione artistica può farci capire come costruire rapporti migliori”, ha concluso Mortensen, ricordando che la curiosità e la cultura sono armi preziose contro la crudeltà e l’indifferenza.
Un pubblico che riflette tra passato e presente
La proiezione al cinema Troisi si è svolta in un’atmosfera raccolta. Tra gli spettatori, studenti di cinema, registi emergenti e appassionati. Uscendo poco dopo le 22:30, qualcuno ha sussurrato: “Rivedere questo film oggi fa capire quanto sia fragile la libertà”. Marco, 34 anni, ha commentato: “Mortensen ha ragione: serve memoria per non ripetere gli stessi errori”.
La serata si è chiusa con un lungo applauso. Sullo schermo scorrevano i titoli di coda di “Una giornata particolare”, mentre fuori il traffico romano tornava a scorrere. Ma le parole dell’attore, tra ricordi di ieri e inquietudini di oggi, restavano nell’aria.