Milano, 16 novembre 2025 – Snam e Infinity Investments, controllata al 100% da Abu Dhabi Investment Authority (Adia), hanno deciso di chiudere definitivamente la trattativa avviata lo scorso aprile per la cessione del 24,99% di Open Grid Europe. La notizia è arrivata ieri sera, dopo mesi di colloqui e una lunga attesa per il via libera delle autorità tedesche, che hanno giudicato insufficienti le garanzie offerte da Snam.
Addio all’accordo dopo un tira e molla durato mesi
La trattativa tra Snam e Infinity Investments era partita in primavera, con l’obiettivo di rafforzare la presenza italiana nel mercato delle infrastrutture energetiche europee. In ballo c’era quasi un quarto della rete tedesca di trasporto gas, Open Grid Europe, un pezzo importante del sistema energetico tedesco. Ma per concludere serviva il via libera delle autorità tedesche, che regolano con rigore gli investimenti esteri.
Snam ha spiegato in una nota che la procedura si è allungata più del previsto. Sono stati mesi di incontri e scambi con le autorità di Berlino, che però non hanno ritenuto adeguate le misure proposte dall’azienda per superare i controlli. A quel punto le parti si sono accordate per chiudere tutto senza andare avanti.
Il nodo tedesco: autorizzazioni troppo rigide
La legge tedesca sugli investimenti stranieri è molto severa, soprattutto quando si parla di asset strategici come le infrastrutture energetiche. Berlino ha irrigidito i controlli negli ultimi anni per proteggere reti e impianti ritenuti sensibili. Così, anche l’ingresso di una società italiana, pur sostenuta da un partner forte come Adia, ha sollevato dubbi e richieste di garanzie extra.
Fonti vicine alle trattative raccontano che Snam ha messo sul tavolo diverse proposte per convincere le autorità, ma senza successo. “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”, ha detto un dirigente coinvolto, “ma alla fine le condizioni per andare avanti non c’erano”. Nessuno ha voluto entrare nei dettagli delle misure offerte.
Nessun scossone ai conti: confermata la guidance 2025
Nonostante l’addio all’accordo, Snam assicura che questo stop non cambierà i piani finanziari per il 2025. Nel documento pubblicato il 5 novembre, la società guidata da Stefano Venier aveva indicato un utile netto rettificato attorno a 1,42 miliardi di euro e un debito netto stimato intorno a 18 miliardi. “Il nostro piano industriale resta solido”, ha detto un portavoce, sottolineando che la strategia di crescita internazionale continuerà con altri progetti.
Gli analisti hanno preso la notizia con calma. “Era un rischio già messo in conto dal mercato”, ha commentato un gestore milanese. Il titolo Snam ha aperto in leggero calo a Piazza Affari, senza grandi scossoni rispetto ai giorni scorsi.
Europa sotto la lente: la partita si fa dura
Questo caso si inserisce in un contesto europeo sempre più attento a tenere sotto controllo gli asset strategici nazionali. Negli ultimi mesi, diversi governi hanno rafforzato i poteri di veto su operazioni straniere che riguardano infrastrutture critiche. La vicenda Snam-Infinity Investments mostra quanto sia complicato oggi chiudere acquisizioni nel settore energetico in Europa.
Per Snam è una battuta d’arresto, non un cambio di rotta. “Continueremo a cercare opportunità che siano in linea con la nostra strategia”, ha assicurato la società. Ora resta da vedere se si proverà a riprendere i rapporti con Infinity Investments o se l’attenzione si sposterà altrove. Intanto, la partita sulle infrastrutture energetiche europee si fa sempre più complessa.