Roma, 16 novembre 2025 – Amedeo Nazzari, uno dei volti più famosi e amati del cinema italiano, torna sotto i riflettori grazie a una nuova biografia firmata da Roberto Liberatori. Il libro, intitolato semplicemente “Amedeo Nazzari” e pubblicato da Edizioni Sabinae, sarà in libreria e online dal 24 novembre. Sono 458 pagine che cercano di raccontare la complessità di un uomo e di un artista che ha segnato un’epoca.
Dietro la leggenda, l’uomo
Liberatori, giornalista e appassionato di cinema, ha voluto raccontare “l’uomo dietro la leggenda”. Ha scavato tra ricordi e testimonianze per restituire la figura di Nazzari in tutta la sua umanità. Nato a Cagliari il 10 dicembre 1907 come Amedeo Buffa, si trasferì giovanissimo a Roma con il sogno di fare l’attore. Il grande successo arrivò nel 1938 con “Luciano Serra pilota”, diretto da Goffredo Alessandrini. Ma quello fu solo l’inizio di una carriera lunga e variegata, che toccò generi diversi, dal melodramma al noir.
Nel libro, l’autore si sofferma sui momenti chiave della sua vita: un’infanzia segnata dalla perdita del padre Salvatore, i primi passi difficili, la sua ascesa a divo nazionale. Liberatori restituisce un’immagine sorprendentemente intima: “Quando tornava a casa, spesso a notte fonda, faticava a infilare la chiave nella serratura”, scrive. Un uomo fragile dietro la maschera dell’invincibile. “Se non riusciva a dormire, rimaneva sveglio con pensieri che spesso tornavano al padre”.
Il fascino di una stella italiana
Amedeo Nazzari non è stato solo un attore. Per tanti italiani è stato un modello, un punto di riferimento. “Era una lezione di stile, dignità e passione”, dice Liberatori. Il pubblico lo vedeva nei suoi ruoli: uomini forti, affidabili, ma spesso tormentati. Una presenza scenica che non passava inosservata. Bastava una battuta, quella voce profonda, per catturare l’attenzione e far scattare l’entusiasmo.
Tra i suoi film più famosi ci sono “La cena delle beffe” (1941), “Il brigante Musolino” (1950) e i melodrammi con Yvonne Sanson: “Catene”, “Tormento”, “I figli di nessuno”, “Torna!”, “Noi peccatori”. In “Le notti di Cabiria” (1957), diretto da Federico Fellini, interpreta se stesso, quasi a suggellare una carriera diventata mito.
Un’eredità che dura nel tempo
Il libro di Liberatori è arricchito da un inserto fotografico con immagini mai viste e materiali d’archivio. Offre così uno sguardo ravvicinato sulla vita di Nazzari, dentro e fuori dal set. “La cinepresa sembrava leggere dentro di lui”, osserva l’autore. Per il pubblico, Nazzari era un alter ego collettivo. “Gli uomini lo ammiravano per il suo modello virile, il senso del dovere, la voglia di avventura. Le donne lo sognavano come l’uomo affidabile da sposare”.
Non è stato solo cinema: la figura di Nazzari ha lasciato il segno su generazioni di attori e registi. La sua capacità di rappresentare sogni e contraddizioni dell’Italia del Novecento lo rende ancora oggi un punto di riferimento per chi si avvicina al mondo dello spettacolo.
Un omaggio doveroso
“Amedeo Nazzari” di Roberto Liberatori è un omaggio sentito e documentato a uno dei grandi protagonisti del nostro cinema. Un viaggio nella memoria collettiva che attraversa decenni di storia italiana, tra luci e ombre. Il libro, in uscita il 24 novembre, promette di restituire non solo il ritratto di un grande attore, ma anche quello di un uomo che ha saputo affrontare le sue fragilità senza mai perdere dignità.
Per chi quegli anni li ha vissuti, o per chi li ha solo immaginati grazie ai racconti dei nonni, questa biografia è un’occasione per riscoprire una stagione irripetibile del cinema italiano. E forse, anche per capire un po’ meglio chi siamo.