Roma, 15 novembre 2025 – Caravaggio torna a far parlare di sé nelle sale italiane con un evento da non perdere. Solo l’1, 2 e 3 dicembre sarà proiettato il documentario “Caravaggio a Roma. Il viaggio del Giubileo”. Il film, diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Eleonora Angius su soggetto di Didi Gnocchi, prende vita grazie alla voce narrante di Mario Cordova. L’obiettivo è mettere a fuoco l’aspetto più intimo e spirituale del pittore lombardo, proprio nell’anno che precede il Giubileo 2025.
Arte e fede: il volto di Caravaggio nella Roma del Seicento
Realizzato da 3D Produzioni e Nexo Studios, con la partecipazione di Sky e il supporto di Avvenire e Gallerie d’Italia-Intesa Sanpaolo, il documentario ha beneficiato anche del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del MiC. La sfida è raccontare come la pittura di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio, sia stata profondamente influenzata dall’esperienza del Giubileo romano. Lo storico dell’arte Claudio Strinati, presente nel film, sintetizza così: “Caravaggio è pittore del sentimento e il Giubileo è sentimento, non ragionamento”.
La narrazione si muove tra ieri e oggi, seguendo i pellegrini moderni e intrecciando le loro storie con quella di un artista inquieto che, durante l’Anno Santo del 1600, raggiunse la sua consacrazione. Fu proprio in quel periodo che Caravaggio realizzò due opere destinate a lasciare un segno nella storia dell’arte: la Vocazione di San Matteo e il Martirio di San Matteo, entrambe nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma.
Il cambio di rotta: la luce sacra e il tormento di Caravaggio
Dopo il successo del 1600, la pittura di Caravaggio cambiò volto. Abbandonò le scene di vita quotidiana per concentrarsi quasi esclusivamente sul sacro. Ogni sua tela divenne un riflesso della sua fede tormentata. “Era un uomo in cerca di redenzione attraverso l’arte”, racconta Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese. Le sue opere si fecero più cupe, segnate da un gioco di luci e ombre che raccontava il suo conflitto interiore.
Il documentario non si limita a ripercorrere la vita dell’artista. Grazie alle parole di storici dell’arte come Franco Cardini, Maria Cristina Terzaghi e Marco Roncalli, ma anche di figure religiose come monsignor Alberto Rocca e suor Maria Gloria Riva, si addentra nella sfera spirituale di Caravaggio. Un uomo che, dopo la condanna a morte e l’esilio, trascorse gli ultimi anni in fuga, in cerca di una grazia che non arrivò mai.
Tra luce e tenebra: l’eredità di un artista senza tempo
“Caravaggio morì da peccatore, in viaggio verso Roma, alla ricerca di una grazia che non trovò mai”, ricorda Antonio Ernesto Denunzio delle Gallerie d’Italia di Napoli. Il film restituisce così un ritratto potente e intimo: quello di un artista fragile, capace di vedere la bellezza anche nel peccato. Le sue tele – dalla Conversione di San Paolo alla Deposizione – sono attraversate da un continuo confronto tra colpa e perdono.
Il racconto si arricchisce delle testimonianze dello scultore Jago, di Antonella Scalessa dell’Archivio di Stato di Roma e di Thomas Clement Salomon delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Ognuno offre una prospettiva personale su un artista che continua a parlare al presente. “Nel Giubileo 2025 – sottolinea monsignor Timothy Verdon – Caravaggio torna a emozionare con la forza senza tempo della sua pittura”.
Un appuntamento da non perdere per appassionati e studiosi
L’elenco delle sale che ospiteranno il documentario è consultabile su nexostudios.it. L’attesa cresce tra gli amanti dell’arte e anche tra chi vuole semplicemente scoprire qualcosa di nuovo. In questi tre giorni, il pubblico potrà vedere un Caravaggio diverso: non solo il maestro della luce e dell’ombra, ma anche l’uomo segnato dal desiderio di redenzione.
Il documentario si inserisce nel cammino verso il Giubileo, offrendo uno sguardo fresco su una figura che continua a far riflettere credenti e laici. Un viaggio tra passato e presente che restituisce tutta la complessità di un genio universale.