Madrid, 14 novembre 2025 – Ieri al Museo Nacional del Prado è stata inaugurata la ricostruzione della Capilla Herrera, uno dei più importanti esempi di arte barocca italiana. Un evento molto atteso che segna una tappa fondamentale nella valorizzazione del patrimonio artistico europeo. Ora il pubblico può ammirare di nuovo gli affreschi di Annibale Carracci e della sua bottega, sistemati come erano stati pensati oltre quattro secoli fa.
Un gioiello barocco tra Roma e Madrid
La Cappella Herrera, dedicata a Juan Enriquez de Herrera, un banchiere spagnolo di rilievo, fu realizzata all’inizio del Seicento nella chiesa di Santiago de los Espanoles a Roma. All’epoca, quella chiesa era un simbolo del potere della Corona spagnola nella capitale italiana. Gli affreschi, commissionati da Herrera ad Annibale Carracci tra il 1602 e il 1605, raccontano episodi della vita di San Diego de Alcalà. Una scelta ben precisa: il santo era stato canonizzato solo quattordici anni prima e, secondo la tradizione, aveva guarito il figlio del banchiere.
Carracci però si ammalò nel 1605 e non poté finire il lavoro. Il completamento fu affidato a Francesco Albani e ad altri artisti della sua cerchia, come Ludovico Carracci, Guido Reni e Domenichino. Tutti lavorarono per mantenere lo stile coerente con quello del maestro bolognese. “Abbiamo voluto restituire l’atmosfera originale della cappella”, ha spiegato David Garcia Cueto, responsabile della Collezione di pittura italiana e francese del barocco al Prado.
Dalla demolizione alla salvezza
La storia della Capilla Herrera ha subito una svolta drammatica nel 1833. La chiesa di Santiago de los Espanoles fu dichiarata pericolante e abbattuta. Per salvare gli affreschi si decise di staccarli e trasferirli su tela. Un’operazione delicata, ma necessaria, che ha permesso di recuperare molti frammenti. Questi sono stati poi divisi tra il Museo Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) di Barcellona e il Prado di Madrid.
Negli anni successivi le opere sono state restaurate più volte. Nel 2022 una grande mostra aveva già riportato l’attenzione su questo ciclo pittorico. Oggi, sette frammenti conservati al Prado sono stati sistemati in una nuova sala permanente, pensata per ricreare l’originale disposizione della cappella romana.
Una sala che riporta indietro nel tempo
La nuova installazione si trova nell’Edificio Villanueva del Prado, nella sala quattro della galleria. L’architetto Francisco Bocanegra ha creato una struttura modulare che rispetta le proporzioni e il carattere della cappella del Seicento. Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto del gruppo di costruzione Ohla.
“Volevamo offrire ai visitatori un’esperienza immersiva”, ha raccontato uno degli addetti del museo durante la presentazione. I dipinti dialogano con altre opere della scuola bolognese esposte nella stessa sala, creando un percorso visivo che mette in luce la maestria di Carracci e dei suoi collaboratori.
Un ponte tra passato e presente
Ricostruire la Capilla Herrera significa non solo recuperare un pezzo d’arte, ma anche riflettere sull’impatto del barocco a Roma e in Europa. “Questo gruppo di artisti ha giocato un ruolo fondamentale nel definire il linguaggio barocco”, ha sottolineato Garcia Cueto davanti ai giornalisti.
L’iniziativa del Prado si inserisce in un movimento internazionale che punta a restituire alle opere d’arte disperse o frammentate il loro contesto originale. Solo ora i visitatori possono apprezzare davvero la forza narrativa degli affreschi di Carracci, immersi in uno spazio che ricorda quello per cui furono pensati.
Un’eredità che torna a vivere
La nuova sala è già aperta al pubblico con orari regolari: dalle 10 alle 20 nei giorni feriali, chiusura anticipata alle 17 la domenica. L’ingresso è compreso nel biglietto standard del museo. “È un’occasione unica per vedere da vicino una pagina importante della storia dell’arte europea”, ha detto una visitatrice spagnola all’uscita.
Il Museo Nacional del Prado conferma così il suo ruolo centrale nella tutela e nella valorizzazione delle grandi opere del passato. E la Capilla Herrera, dopo quasi due secoli di oblio e frammentazione, torna finalmente a raccontare la sua storia ai visitatori di oggi.