Roma, 14 novembre 2025 – L’Italia è tra i nove Paesi dell’Unione Europea che, nel secondo trimestre del 2025, hanno ridotto le emissioni di gas serra pur segnando una crescita del Pil. Lo confermano i dati di Eurostat, che raccontano un’Europa alle prese con la sfida di far convivere sviluppo economico e tutela dell’ambiente.
Emissioni giù e Pil su: cosa dicono i numeri europei
Tra aprile e giugno 2025, le emissioni di gas serra nell’Unione Europea si sono assestate a circa 772 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, leggermente sotto le 775 milioni dello stesso periodo del 2024. La diminuzione è modesta, appena lo 0,4%, ma si accompagna a una crescita del Pil europeo dell’1,3%. Un piccolo ma importante segnale che le politiche per tagliare l’inquinamento e migliorare l’efficienza energetica stanno cominciando a dare qualche risultato.
Italia tra i Paesi virtuosi: i numeri in dettaglio
L’Italia ha fatto la sua parte, con un aumento del Pil e una riduzione delle emissioni che si avvicina all’1%. Così si mette in fila con altri otto Paesi – Austria, Cipro, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Romania, Slovenia e Svezia – capaci di limitare l’impatto ambientale senza frenare la crescita. “È un segnale positivo – ha detto un funzionario del Ministero dell’Ambiente – ma la strada verso la neutralità climatica è ancora lunga e piena di sfide”.
Slovenia, Paesi Bassi e Finlandia tagliano di più
In testa alla classifica delle riduzioni ci sono la Slovenia (-8,6%), i Paesi Bassi (-5,9%) e la Finlandia (-4,2%). Ma non tutti questi Paesi hanno visto il proprio Pil salire. In particolare, Finlandia, Germania e Lussemburgo hanno ridotto le emissioni ma hanno anche registrato una contrazione economica. Una conferma che il cammino verso una crescita “verde” non è uguale per tutti e presenta ancora ostacoli da superare.
Dodici Paesi in calo, ma non sempre con crescita
In totale, sono dodici gli Stati Ue che hanno abbassato le emissioni nel secondo trimestre. Ma solo nove – tra cui l’Italia – hanno fatto anche segnare un aumento del Pil. Negli altri casi, il calo delle emissioni si è accompagnato a una frenata dell’economia. “Serve una strategia condivisa per evitare che la transizione ecologica diventi un freno per la crescita”, ha spiegato un analista di Bruxelles.
Reazioni e cosa aspettarsi
In Italia, la notizia è stata accolta con un cauto ottimismo. Secondo alcuni esperti del settore energetico, il risultato è frutto delle politiche di efficienza degli ultimi anni e di una maggiore attenzione delle aziende alla sostenibilità. “Non si può abbassare la guardia”, ha ammonito un rappresentante di Legambiente. “L’1% in meno è solo un primo passo. Servono investimenti seri e una spinta decisiva sulle energie rinnovabili”.
La strada verso la neutralità climatica è ancora lunga
L’Unione Europea punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. I dati di Eurostat indicano che si può decarbonizzare senza fermare la crescita, ma serve continuità negli investimenti e nelle riforme. In Italia, il dibattito sulla transizione ecologica resta acceso: si parla di incentivi alle imprese, risparmio energetico e nuove strategie per i trasporti.
Solo quando questi risultati si confermeranno su più trimestri si potrà davvero parlare di una svolta. Per ora, l’Italia è tra quei Paesi che riescono a coniugare sviluppo e rispetto per l’ambiente. Un equilibrio fragile, ma importante da tenere d’occhio nel panorama europeo.