Milano, 9 novembre 2025 – Una flat tax al 5% per i giovani under 30 assunti a tempo indeterminato, affiancata da una decontribuzione per tre anni alle aziende che li assumono: è questa la mossa che la Lega sta valutando per gli emendamenti alla manovra economica, secondo fonti parlamentari. Il piano potrebbe estendersi fino ai 36 anni per chi torna dall’estero, con l’obiettivo di spingere l’occupazione giovanile e favorire il “rientro dei cervelli”.
Flat tax al 5%: la Lega punta sui giovani
Secondo le ultime indiscrezioni da Montecitorio, la Lega sta preparando una misura che garantirebbe una tassazione ridotta al 5% per i giovani fino a 30 anni con contratto a tempo indeterminato. L’idea, spiegano fonti interne, è quella di “facilitare un ingresso stabile nel lavoro e fermare la fuga dei talenti all’estero”. La proposta è ancora in fase di definizione e verrà inserita tra gli emendamenti alla legge di bilancio in discussione nelle commissioni.
Il sistema vorrebbe offrire ai giovani un’aliquota più leggera sul reddito da lavoro dipendente. “L’intento è chiaro: rendere più conveniente restare in Italia e costruirsi un futuro qui”, dice un deputato della Lega coinvolto nel dossier. La soglia dei 30 anni potrebbe salire fino a 36 per i cosiddetti “cervelli in rientro”, cioè quei giovani che dopo un periodo all’estero per studio o lavoro decidono di tornare.
Decontribuzione triennale: un aiuto concreto alle imprese
Non si parla solo di flat tax. Il pacchetto in cantiere prevede anche una decontribuzione totale per tre anni alle aziende che assumono giovani con contratto stabile. In pratica, per i primi tre anni l’impresa non dovrà versare i contributi previdenziali per il nuovo assunto. L’obiettivo è abbattere il costo del lavoro e spingere le imprese a investire di più sui giovani.
“Spesso le aziende rinunciano ad assumere perché il costo è troppo alto, soprattutto per i contratti a tempo indeterminato”, confida un esponente del Carroccio. “Con questa decontribuzione vogliamo mandare un segnale forte”. La misura si applicherebbe solo alle nuove assunzioni e non avrebbe effetti retroattivi.
Rientro dei cervelli: fino a 36 anni per chi torna dall’estero
Un capitolo a parte riguarda i giovani che rientrano dall’estero. Secondo la bozza in discussione, flat tax e decontribuzione potrebbero riguardare anche chi ha fino a 36 anni e ha maturato esperienze fuori dall’Italia, tornando poi nel Paese. L’idea è fermare la perdita di capitale umano qualificato che ha colpito l’Italia negli ultimi anni.
“Dobbiamo riportare in Italia competenze e professionalità che oggi fanno crescere altre economie”, sottolinea una fonte parlamentare della Lega. I dati Istat mostrano che nel 2024 oltre 30mila giovani laureati italiani hanno lasciato il Paese per lavoro o studio.
I tempi e le prime reazioni
La proposta è ancora in fase di definizione e sarà presentata ufficialmente come emendamento alla legge di bilancio nei prossimi giorni. I tempi sono stretti: la sessione di bilancio entra nel vivo già dalla prossima settimana e i partiti stanno accelerando sulle misure da inserire.
Sul fronte sindacale, si aspetta di vedere il testo definitivo prima di commentare. “Ogni incentivo all’occupazione giovanile va analizzato con attenzione”, ha detto ieri Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil. Più cauti gli economisti: “Bisogna valutare l’impatto sui conti pubblici e l’efficacia reale nel medio termine”, osserva Carlo Dell’Aringa, docente alla Cattolica di Milano.
Occupazione giovanile e fuga dei talenti: la sfida aperta
Il tema dell’occupazione giovanile resta uno dei nodi più delicati in Italia. Secondo gli ultimi dati Eurostat, la disoccupazione tra i 15 e i 29 anni è al 21,7%, con punte oltre il 30% in alcune zone del Sud. La fuga dei cervelli continua a preoccupare: negli ultimi dieci anni più di 250mila giovani italiani hanno scelto di andare all’estero.
La proposta della Lega arriva in un quadro complicato, dove serve rilanciare il lavoro stabile per i giovani ma bisogna fare i conti con i vincoli di bilancio e le incertezze economiche. Nei prossimi giorni si capirà se flat tax al 5% e decontribuzione triennale entreranno davvero in manovra o resteranno solo parole.