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Evasione fiscale: il sommerso cresce e pesa per il 9,1% del Pil

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Evasione fiscale: il sommerso cresce e pesa per il 9,1% del Pil
Evasione fiscale: il sommerso cresce e pesa per il 9,1% del Pil
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Roma, 9 novembre 2025 – L’economia sommersa in Italia è tornata ai livelli di prima della pandemia, con un’evasione fiscale che nel 2022 ha superato di nuovo i 100 miliardi di euro. È quanto emerge dall’ultima Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva del Ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicata da poche ore. Il documento mette in luce come il fenomeno sia concentrato soprattutto nel Mezzogiorno, dove cresce anche il lavoro irregolare e si registra un aumento dell’evasione negli affitti.

Evasione fiscale sopra i 100 miliardi: i dati del 2022

Nel dettaglio, il gap complessivo – cioè la differenza tra quanto lo Stato si aspettava di incassare e quanto è effettivamente entrato nelle casse – si è attestato tra 98,1 e 102,5 miliardi di euro. Sono circa 3,5 miliardi in più rispetto al 2021, un salto che riporta l’evasione oltre la soglia psicologica dei 100 miliardi. Pur restando ancora sotto di 5-6 miliardi rispetto ai livelli del 2018, questo dato segna una netta inversione di rotta dopo il calo registrato durante la crisi sanitaria.

La relazione distingue fra evasione contributiva (tra 8,4 e 11,6 miliardi) e mancate entrate tributarie (tra 89,7 e 90,9 miliardi). Crescono soprattutto l’evasione legata all’Irpef per imprese e lavoratori autonomi, all’Irap, all’Iva e all’Ires. Preoccupa in particolare la ripresa del nero sugli affitti: dopo il calo della pandemia, l’evasione in questo settore è salita a 875 milioni (erano 625 nel 2021).

Il Mezzogiorno resta il cuore del sommerso

Il quadro disegnato dal Ministero conferma che il sommerso è ancora ben radicato nel Sud. L’incidenza dell’economia non osservata sul valore aggiunto complessivo arriva al 16,5% nel Mezzogiorno, contro l’11,7% del Centro. Nel Nord-est e Nord-ovest le percentuali sono più basse, rispettivamente 9,4% e 8,9%. A livello regionale, la Calabria è in cima alla classifica con un’incidenza del 19,1%, mentre la Provincia Autonoma di Bolzano è la più bassa con il 7,7%.

Non solo. Se si guarda al contributo delle singole regioni al totale nazionale del sommerso, la Campania supera la media italiana. Il Lazio, pur avendo una propensione in linea con la media, mostra un peso “significativamente alto” sul totale. La Lombardia, invece, ha una propensione molto inferiore alla media, ma incide comunque in modo rilevante sul sommerso nazionale.

Lavoro irregolare: numeri e settori più colpiti

Il ricorso al lavoro non regolare – definito dal Ministero come una “caratteristica strutturale” del mercato italiano – continua a crescere, seppur di poco. Nel 2022 le unità di lavoro a tempo pieno in condizioni irregolari sono state 2,9 milioni, con un aumento dello 0,1% rispetto all’anno prima. La maggioranza sono lavoratori dipendenti.

L’incidenza del lavoro nero resta più alta nei servizi, in particolare in quelli rivolti alle persone, come babysitter, estetiste e parcheggiatori. Ma la relazione segnala livelli importanti anche in agricoltura, commercio, trasporti, ristorazione e costruzioni. “Il fenomeno – si legge nel documento – resta una sfida aperta per chi combatte l’illegalità”.

Affitti in nero e canone Rai: tendenze opposte

Un capitolo a parte riguarda gli affitti in nero, tornati a crescere dopo il calo del biennio pandemico. Nel 2022 l’evasione legata agli affitti ha raggiunto i 875 milioni, un salto netto rispetto ai 625 milioni dell’anno precedente.

In controtendenza, invece, gli evasori del canone Rai sono diminuiti a 1,56 milioni (erano 1,7 milioni nel 2021). Dal 2016, con l’introduzione del canone in bolletta elettrica, il numero degli evasori si è ridotto drasticamente: dagli oltre 7 milioni del periodo 2011-2015 agli attuali livelli.

Il peso dell’economia sommersa sul Pil

Nel complesso, il valore aggiunto generato dall’economia sommersa ha raggiunto i 182,6 miliardi di euro, vicino ai valori pre-pandemia e in crescita del 10,4% rispetto al 2021. L’incidenza sul Pil resta stabile: dal 9% del 2021 al 9,1% nel 2022.

Cresce però il peso delle sotto-dichiarazioni, che rappresentano il 55,6% dell’economia sommersa, mentre cala quello del lavoro irregolare, al 38% (era il 42% nel 2019). Le altre componenti – come mance, affitti non dichiarati e la differenza tra domanda e offerta – pesano per il restante 6,4%.

Fonti del Ministero dell’Economia ricordano che “il contrasto all’evasione resta una priorità”, ma la relazione mostra come il fenomeno sia ancora ben radicato in ampie parti del tessuto produttivo italiano.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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