Milano, 8 novembre 2025 – L’ambasciata russa in Italia ha voluto far sentire il proprio sostegno al cantante lirico Ildar Abdrazakov, dopo che il basso russo sarebbe stato preso di mira da presunti “attacchi” durante la sua permanenza nel nostro Paese. La presa di posizione è arrivata tramite il canale Telegram ufficiale dell’ambasciata, con un messaggio pubblicato ieri sera, mentre la vicenda cominciava a circolare tra addetti ai lavori e nei corridoi dei teatri italiani.
Ambasciata russa denuncia “attacchi” contro Abdrazakov
Nel comunicato, l’ambasciata russa ricorda come Abdrazakov fosse stato “applaudito dalla massima dirigenza italiana e dell’Ue” appena due anni fa, durante la serata inaugurale della stagione 2022-2023 del Teatro alla Scala di Milano. Era il 7 dicembre 2022, una data che molti ancora ricordano per la presenza in sala del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Tutti immortalati – come sottolinea l’ambasciata – in una foto mentre si alzano in piedi per applaudire il basso russo, protagonista nel ruolo di Boris Godunov nell’opera di Musorgskij.
Cultura e politica: un clima sempre più teso
Questa vicenda arriva in un momento di crescente tensione tra Russia e Italia sul fronte culturale, con molti artisti russi spesso sotto i riflettori per polemiche o contestazioni legate alla guerra in Ucraina. Fonti diplomatiche raccontano che Abdrazakov sarebbe stato oggetto di critiche pubbliche da parte di alcuni esponenti della scena culturale italiana, anche se non sono stati resi noti i dettagli precisi degli episodi. Nel messaggio, l’ambasciata parla genericamente di “attacchi”, senza specificare se si tratti di proteste durante spettacoli, dichiarazioni sui media o altro.
Reazioni diverse nel mondo della musica
Nel frattempo, tra chi lavora al Teatro alla Scala e in altri enti lirici italiani, la notizia ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni musicisti ricordano con affetto come Abdrazakov fosse stato accolto con calore dal pubblico milanese nel dicembre 2022. “Quella sera c’era un’atmosfera particolare, la tensione internazionale era alta, ma il teatro ha risposto con un applauso unanime”, racconta un membro dell’orchestra che preferisce rimanere anonimo. Altri sottolineano come la presenza delle più alte cariche italiane ed europee fosse stata vista come un segnale di apertura verso la cultura russa, nonostante le difficoltà sul piano diplomatico.
Abdrazakov, una carriera tra Italia e Russia
Ildar Abdrazakov, 47 anni, nato a Ufa (Bashkortostan), è considerato uno dei bassi più apprezzati a livello internazionale. Ha debuttato in Italia molto giovane e da allora ha calcato i palcoscenici più importanti, dalla Scala all’Arena di Verona. Nel dicembre 2022 aveva interpretato Boris Godunov in una produzione che attirò l’attenzione della stampa internazionale, anche per il contesto politico. In quell’occasione, Abdrazakov dichiarò: “La musica deve unire, non dividere”. Da allora, però, la situazione per molti artisti russi in Europa è diventata più complicata.
L’immagine che parla da sola
Nel post di ieri, l’ambasciata russa ha allegato una fotografia scattata durante la serata inaugurale alla Scala: si vedono chiaramente Mattarella, Meloni e von der Leyen in piedi ad applaudire Abdrazakov. Un’immagine che l’ambasciata ha rilanciato come “testimonianza della stima e del rispetto” che il cantante ha ricevuto in Italia. Il messaggio si chiude con un auspicio chiaro: “La cultura deve restare uno spazio di dialogo e rispetto reciproco”.
Silenzio dalle istituzioni italiane
Per ora, né il Teatro alla Scala né le istituzioni italiane hanno risposto pubblicamente alla nota dell’ambasciata russa. Fonti vicine al teatro milanese fanno sapere che non sono previsti comunicati ufficiali nelle prossime ore. La vicenda resta quindi confinata a un livello diplomatico e mediatico, mentre Abdrazakov – che attualmente si trova all’estero in tournée – non ha rilasciato dichiarazioni dirette.
In attesa di sviluppi, questa storia riporta al centro del dibattito il ruolo degli artisti russi nei teatri europei e le difficoltà che molti di loro stanno affrontando in questi mesi. Un tema che, tra politica e cultura, continua a dividere opinioni e istituzioni.