New York, 8 novembre 2025 – James Watson, lo scienziato che insieme a Francis Crick ha scoperto la struttura a doppia elica del DNA, è morto ieri a 97 anni, in un hospice di New York. La notizia, confermata dal New York Times e da fonti vicine alla famiglia, segna la fine di una delle figure più influenti e controverse della biologia del Novecento. Watson era stato trasferito nella struttura la scorsa settimana, dopo un ricovero ospedaliero per una infezione che aveva peggiorato il suo stato di salute.
La scoperta che ha rivoluzionato la biologia
Era il 1953 quando, nei laboratori di Cambridge, Watson – appena ventenne – e Crick presentarono al mondo la loro idea sulla struttura del materiale genetico. Una doppia elica, simile a una scala a chiocciola, che spiegava come si trasmettono le informazioni ereditarie. “È stato come vedere la vita dall’interno”, avrebbe detto anni dopo Watson in una delle sue rare interviste in Italia. La pubblicazione su Nature del 25 aprile 1953 segnò una svolta definitiva: da quel momento, la genetica cambiò per sempre.
Un Nobel e una vita tra successi e polemiche
Nel 1962, insieme a Crick e Maurice Wilkins, Watson ricevette il Premio Nobel per la Medicina. Rosalind Franklin, la ricercatrice britannica il cui lavoro fu fondamentale per la scoperta, non fu invece inclusa nel riconoscimento: una decisione che ancora oggi divide storici della scienza. “Non ce l’avremmo mai fatta senza le sue immagini ai raggi X”, ammise Watson più volte, anche se soltanto molto tempo dopo.
La carriera di Watson è stata un mix di ricerca, divulgazione e incarichi importanti. Dal 1968 al 1993 ha guidato il prestigioso Cold Spring Harbor Laboratory a Long Island, trasformandolo in uno dei centri di riferimento mondiale per la biologia molecolare. Nel 1990 fu tra i promotori del Progetto Genoma Umano, la grande iniziativa internazionale per mappare il DNA umano.
Le controversie e il ritiro dalla scena pubblica
Negli ultimi anni, Watson è stato al centro di molte polemiche per alcune sue dichiarazioni su razza, intelligenza e genetica. Nel 2007, dopo commenti ritenuti discriminatori, fu sospeso da tutti gli incarichi al Cold Spring Harbor. “Ho sbagliato”, ammise in seguito, senza però rinnegare del tutto le sue idee. Da allora, si è fatto vedere sempre meno in pubblico.
Fonti vicine alla famiglia raccontano che Watson ha vissuto gli ultimi anni in tranquillità nella sua casa di Huntington, New York. Pochi amici e colleghi lo incontravano ancora con regolarità. “Sapeva delle polemiche, ma non ha mai rimpianto di aver detto quello che pensava”, ha confidato un ex collaboratore.
L’eredità scientifica e umana
Nonostante le ombre che hanno segnato la sua figura negli ultimi anni, il contributo di Watson alla scienza resta enorme. La scoperta della doppia elica ha aperto la strada alla biologia molecolare moderna, alla medicina su misura e alle biotecnologie. “Senza quella scoperta, il mondo come lo conosciamo oggi non esisterebbe”, ha spiegato ieri Eric Lander, genetista del Broad Institute di Boston.
Watson ha scritto molti libri per il grande pubblico – tra cui “La doppia elica”, tradotto in decine di lingue – e ha formato generazioni di ricercatori. “Era un uomo difficile, ma aveva una visione chiara e lungimirante”, ha ricordato ieri Francis Collins, ex direttore del National Institutes of Health.
Gli ultimi giorni e il cordoglio della comunità scientifica
Secondo il New York Times, Watson era stato ricoverato a fine ottobre per una grave infezione. Le sue condizioni sono peggiorate in fretta e la scorsa settimana è stato portato in hospice nella contea di Suffolk. I funerali si terranno in forma privata nei prossimi giorni.
Messaggi di cordoglio sono arrivati da tutto il mondo della scienza. “Se ne va uno dei padri della genetica moderna”, ha scritto ieri su X (ex Twitter) Jennifer Doudna, premio Nobel per la Chimica nel 2020. Anche il presidente dell’Accademia dei Lincei ha espresso “profondo rispetto per una vita dedicata alla ricerca”.
James Dewey Watson lascia due figli e quattro nipoti. La sua figura continuerà a far discutere, ma il suo nome resterà per sempre legato a quella doppia elica che ha cambiato la storia della scienza.