Aosta, 7 novembre 2025 – Antonio Manzini torna in libreria con “Sotto mentite spoglie” (Sellerio, 560 pagine, 17 euro), un nuovo capitolo della saga del vicequestore Rocco Schiavone. La storia si svolge tra le luci natalizie e il freddo pungente di Aosta. Il romanzo, appena uscito, riporta il lettore nel mondo disilluso e malinconico di uno dei personaggi più amati della narrativa italiana contemporanea. Schiavone si trova alle prese con un’indagine che intreccia rapine, cadaveri e vecchie ferite mai rimarginate.
Natale senza calore
La vicenda comincia durante le feste, quando ad Aosta – come nel resto d’Italia – sono arrivati i cori natalizi di origine nordica, “sassoni, celtici, scandinavi”, che Schiavone sopporta a fatica. “Anche Babbo Natale non è roba nostra, prima della guerra a Roma c’era solo la befana”, gli ricorda al telefono l’amico Furio. Eppure, tra luci e regali, il vicequestore si sente fuori posto. Il clima natalizio, con le sue canzoni pop – da “Last Christmas” degli Wham! a “All I want for Christmas is You” di Mariah Carey – lo infastidisce: “all’ottavo livello della scala delle rotture di coglioni”, annota Manzini con la sua consueta ironia.
Il freddo di Aosta è tagliente. Schiavone, fedele alle sue radici romane, sfida il gelo con scarponcini di camoscio e un loden, rifiutando il piumino come una questione di identità. In questo scenario, la malinconia per la moglie Marina – presenza-assenza che torna spesso nei suoi pensieri – rischia di travolgerlo.
Rapina in banca e cadavere nel lago
La routine si spezza con una notizia: una rapina in banca. Il bottino sembra scarso, ma qualcosa non convince. Ostaggi, rapinatori, una fuga rocambolesca: Schiavone si sente preso sul personale (“rosica”, ammette lui stesso) e decide di scavare a fondo. Il ritmo si fa serrato, il tempo per riflettere si riduce. “Vedeva la sua vita come uno scivolo, scivolava senza volerlo, per inerzia”, scrive Manzini.
Quasi in contemporanea, un altro caso scuote la quiete della Valle d’Aosta: un cadavere ritrovato in un laghetto sulla strada per Cervinia. I piedi incatenati e pesi attaccati non lasciano dubbi: non è stato un incidente. Le prime ipotesi portano a un chimico scomparso, ma la trama si infittisce rapidamente.
Big Pharma, sport e malaffare: i fili nascosti dell’indagine
Come spesso succede nei romanzi di Manzini, dietro la superficie si nasconde una storia più complessa. Al centro dell’indagine spuntano legami con il mondo di Big Pharma, affari sportivi e criminalità organizzata. Rocco Schiavone si ritrova a districarsi tra piste intrecciate in modo imprevedibile, costretto ancora una volta a sporcarsi le mani e a fidarsi solo dei pochi alleati fidati.
Con lui ci sono gli amici di sempre – Brizio e Furio – e i colleghi della polizia scientifica: la commissaria Michela Gambino e l’anatomo-patologo Alberto Fumagalli, ormai affiatati anche fuori dal lavoro. Sono loro a spingerlo a non mollare, forse vedendo in lui la possibilità di una rinascita. Durante una delle loro cene da appassionati di vino, Schiavone incontra una nuova amica: un dettaglio che lascia intravedere una luce in una vita segnata dalla solitudine.
Il disincanto che non molla
In “Sotto mentite spoglie”, Manzini conferma la forza del suo personaggio: Rocco Schiavone resta fedele al suo disincanto, a quella malinconia che lo segue come un’ombra. Eppure non smette di indagare, ostinato e testardo, anche quando tutto sembra remare contro. “Cose complicate ma a sé stanti”, scrive l’autore: ogni caso è un pezzo in più del mosaico di una vita vissuta sempre sul filo.
Il romanzo oscilla tra un’ironia amara e un realismo crudo, restituendo un ritratto vivido della provincia italiana e delle sue contraddizioni. Antonio Manzini, con questo nuovo capitolo, regala ai lettori un’indagine che è anche un viaggio dentro se stessi, tra passato e presente, tra ciò che si è perso e ciò che resta ancora da salvare.