Milano, 6 novembre 2025 – La Borsa di Milano chiude in rosso, con l’indice Ftse Mib che perde lo 0,85% e si ferma a 43.068 punti. Una giornata segnata da dubbi e tensioni sui mercati europei, mentre Piazza Affari paga il prezzo delle tensioni internazionali e dei dati economici arrivati nelle ultime ore.
Ftse Mib in rosso, pesa l’incertezza globale
La discesa dell’indice principale di Piazza Affari è iniziata già in mattinata, intorno alle 11, quando le vendite hanno preso il sopravvento soprattutto su banche e industria. Gli operatori di Banca Akros spiegano che “il clima resta prudente, con gli investitori che preferiscono alleggerire le posizioni in attesa di segnali più chiari dalla Federal Reserve e dalla Banca Centrale Europea”. A pesare ci sono anche le tensioni tra Medio Oriente e Stati Uniti, che hanno aumentato la volatilità su tutte le piazze finanziarie.
Banche e industria sotto pressione
Tra i titoli più colpiti ci sono Intesa Sanpaolo, che ha lasciato sul campo l’1,2%, e Unicredit, in calo dell’1%. Male anche il settore industriale: Pirelli ha chiuso a -1,5%, mentre Stellantis ha perso lo 0,9%. “Questa correzione era prevedibile dopo il rally delle ultime settimane”, commenta un analista di Equita Sim contattato nel pomeriggio. Qualche titolo ha resistito, come Enel (+0,3%) e Terna (+0,2%), sostenuti dalla domanda più difensiva degli investitori.
Europa in rosso, occhi su Francoforte e Parigi
Non è andata meglio altrove in Europa. A Francoforte, il Dax ha perso lo 0,7%, mentre a Parigi il Cac40 ha chiuso a -0,6%. “Il clima resta fragile”, dice un trader di Société Générale. Tutti guardano con attenzione ai dati sull’inflazione nell’Eurozona e alle mosse delle banche centrali. Domani mattina, in particolare, è atteso il dato sull’inflazione tedesca, che potrebbe dare la direzione ai mercati nei prossimi giorni.
Dati economici e politica monetaria sotto la lente
A condizionare il mercato sono stati anche i numeri macro diffusi nelle ultime ore. In Italia, l’Istat segnala una contrazione dello 0,4% nella produzione industriale a settembre rispetto ad agosto. Un segnale che frena le speranze di una ripresa forte nel quarto trimestre. “I dati confermano un momento difficile per il settore manifatturiero”, spiega un economista di Nomisma. Sullo sfondo, resta il tema dei tassi d’interesse: la Federal Reserve non esclude nuovi rialzi, mentre la BCE resta cauta.
Tra Palazzo Mezzanotte e i mercati, prudenza diffusa
Nel pomeriggio, nei corridoi di Palazzo Mezzanotte, si respirava cautela. “Non c’è panico”, racconta un gestore di fondi milanese poco dopo le 16. “Ma molti preferiscono stare fermi, aspettando di vedere come si evolveranno le tensioni internazionali”. I volumi si sono mantenuti su livelli medi: sono stati scambiati circa 1,8 miliardi di euro.
Energia in controtendenza, spread stabile
Tra i pochi settori a reggere c’è quello energetico. Eni ha chiuso invariata, mentre Snam ha guadagnato lo 0,1%. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è rimasto stabile a 170 punti base, segno che sul fronte del debito pubblico non si registrano tensioni particolari.
La giornata si chiude con un bilancio negativo, ma senza scossoni. Gli operatori già guardano avanti: “Tutto dipenderà dai prossimi dati economici e dalle decisioni delle banche centrali”, sintetizza un analista di Mediobanca. Per ora, Piazza Affari resta prudente, in attesa di nuovi segnali dal panorama internazionale.