Roma, 5 novembre 2023 – Un furto d’arte realmente accaduto nei Paesi Bassi nel 2012 fa da sfondo a “Traffic”, il nuovo film diretto da Teodora Ana Mihai e scritto da Cristian Mungiu. La pellicola, in concorso oggi al Tertio Millennio Film Fest e candidata agli Oscar per la Romania, si muove tra un villaggio romeno sulle rive del Danubio e la regione fiamminga del Belgio. Qui incontriamo Natalia (Anamaria Vartolomei) e Ginel (Ionut Niculae), due giovani che lasciano tutto in cerca di un futuro migliore, ma che si trovano invischiati in un vortice di sfruttamento e marginalità.
Tra speranze e realtà, il viaggio di chi cerca un domani
La storia di “Traffic” nasce da un fatto di cronaca: il furto al Museo Kunsthal di Rotterdam, dove nel 2012 una banda di romeni portò via opere di Picasso, Monet e Gauguin. Nel film, Natalia e Ginel partono dal loro piccolo paese con poche certezze, ma tanti sogni. Arrivati in Belgio, la realtà li travolge: lavori precari, promesse non mantenute e uno sguardo di indifferenza da parte della società. È proprio la difficoltà a spingerli in un giro criminale che li porta a organizzare il colpo al museo.
La regista racconta che “è una storia dura, ma raccontata con leggerezza”. Un approccio condiviso con Mungiu, che punta sull’umorismo per rendere più accessibili temi complicati. “L’umorismo aiuta a far arrivare il messaggio a un pubblico più ampio, non solo agli esperti”, ha detto Mihai durante la presentazione a Roma.
Usare il sorriso per raccontare storie difficili
Nata a Bucarest e cresciuta tra Est e Ovest, Mihai conosce bene i due mondi. “Cristian ha pensato che fossi la persona giusta per questa storia”, ha raccontato. La sceneggiatura parte dai fatti veri, ma senza cadere nel moralismo: “Non volevo idealizzare una parte né demonizzare l’altra. Entrambe mi rappresentano”.
Nel film, non c’è una linea netta tra vittime e colpevoli. “Volevamo mostrare uno specchio della società, senza schierarci, ma senza nascondere le responsabilità”, spiega Mihai. Il tono, leggero e a tratti surreale, serve proprio a questo: lasciare allo spettatore la libertà di interpretare i messaggi.
Quanto valgono le cose? E le persone?
Uno dei momenti più forti del film è quando la protagonista si chiede: “Quanto vale un Monet? E quanto vali tu?”. La domanda rimane sospesa, senza risposta. Nel furto al Kunsthal, i ladri stessi non conoscevano il vero valore delle opere. Nel film, questa ignoranza diventa simbolo della distanza tra chi vive ai margini e il resto del mondo.
“Non vogliamo né applaudire né condannare questi personaggi”, sottolinea la regista. “Chiediamo al pubblico di andare oltre la superficie, di capire come sono arrivati a quel punto”.
Premi internazionali e debutto italiano
“Traffic” ha già raccolto importanti premi: il Grand Prix al Warsaw Film Festival e il Premio del pubblico a Shanghai. Ora arriva in Italia come uno degli otto film in gara alla XXIX edizione del Tertio Millennio Film Fest, in programma dal 5 al 9 novembre al Cinema Teatro Don Bosco di Roma. Sei titoli saranno presentati in anteprima italiana, uno anche a livello internazionale.
Prodotto da Mungiu, già noto per “4 mesi, 2 settimane, 2 giorni”, il film si inserisce nel dibattito sulle migrazioni dentro l’Europa. Parte da un episodio reale, ma spinge lo spettatore a guardare più a fondo. E, come spesso accade, sono proprio le domande senza risposta a lasciare il segno.