Livigno, 30 giugno 2024 – Manca meno di un centinaio di giorni all’avvio dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 e i lavori per il nuovo bacino idrico di Livigno (Sondrio) vanno avanti “secondo programma”. A dirlo è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), che evidenzia come questa opera sia fondamentale per assicurare l’innevamento delle piste dove si disputeranno le gare di snowboard e freestyle, sia olimpiche che paralimpiche.
Bacino idrico: il cuore delle Olimpiadi
Dal Mit fanno sapere che sono stati portati a termine gli interventi principali per garantire la stabilità e la sicurezza della struttura. Un passaggio decisivo, dicono, che ora permette di concentrarsi sul dissabbiatore, un dispositivo chiave per trattenere le impurità nell’acqua. Senza questo, la qualità della neve artificiale non sarebbe la stessa, spiegano i tecnici sul campo. In queste settimane, il dissabbiatore è il fulcro del cantiere: operai e ingegneri lavorano senza sosta, anche nei weekend, per rispettare i tempi previsti.
Impianti idraulici e sala macchine: cosa resta da fare
Per quanto riguarda gli impianti idraulici – soprattutto la posa delle tubazioni che porteranno l’acqua al sistema di innevamento – si è ormai nella “fase finale”, precisa il Mit. Gli scavi per gli allacci e le condotte sono quasi terminati, mentre la sala macchine è già pronta. Un dettaglio importante: lì si trovano i sistemi di pompaggio e controllo, il vero cuore tecnologico dell’opera. “Abbiamo rispettato tutte le scadenze”, spiega un responsabile del cantiere, che però preferisce restare anonimo. “Ora stiamo lavorando alle ultime rifiniture”.
Un’opera che va oltre lo sport
Il bacino di Livigno, dicono dal ministero, dimostra che le infrastrutture olimpiche non riguardano solo sport e strade. “Si tratta anche di lavori idrici, energetici e ambientali”, si legge nella nota ufficiale del Mit. L’obiettivo è chiaro e doppio: permettere lo svolgimento delle gare e, allo stesso tempo, lasciare un’eredità utile e duratura per il territorio. In futuro, infatti, il bacino potrà essere usato anche per l’irrigazione, la gestione delle risorse idriche locali o per affrontare emergenze ambientali.
Livigno aspetta le Olimpiadi
Nel piccolo paese valtellinese – poco più di 6.000 abitanti – l’attesa per i Giochi si sente. Nei bar del centro, tra una chiacchiera e un caffè, si parla dei lavori e delle ricadute che potrebbero avere sul turismo. “Speriamo che sia tutto pronto in tempo”, racconta Marco, che gestisce un albergo in via Ostaria. “Per noi è una grande opportunità”. Il sindaco Remo Galli, raggiunto al telefono, conferma la fiducia nei tempi dati dal Mit: “Abbiamo seguito il cantiere passo dopo passo. La collaborazione tra enti locali e ministero è stata costante”.
Un cantiere sotto la lente
Il cronoprogramma è serrato: mancano 97 giorni all’inizio dei Giochi e ogni settimana conta. Gli ultimi sopralluoghi tecnici hanno confermato che i lavori sono a buon punto, anche se – come spesso succede in montagna – il meteo può giocare brutti scherzi. Nei prossimi giorni sono previste nuove verifiche da parte della Protezione Civile e degli enti regionali. “Prima di tutto c’è la sicurezza”, ha ricordato un funzionario della Regione Lombardia.
Olimpiadi e territorio: una sfida comune
Il nuovo bacino idrico di Livigno fa parte di un progetto più ampio legato a Milano Cortina 2026. Non si tratta solo di impianti sportivi, ma di infrastrutture pensate per restare e servire il territorio. “Tutte queste opere puntano a un obiettivo chiaro”, conclude il Mit: garantire il successo dei Giochi e lasciare un segno concreto per chi vive e lavora in queste valli. Finora, la sfida sembra procedere senza intoppi.