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Taranto si prepara a una grande manifestazione contro l’Ilva il 29 novembre

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Taranto si prepara a una grande manifestazione contro l'Ilva il 29 novembre
Taranto si prepara a una grande manifestazione contro l'Ilva il 29 novembre
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Taranto, 27 novembre 2024 – Sabato 29 novembre, Taranto torna in piazza per chiedere una vera riqualificazione economica del territorio e dire no al salvataggio dell’ex Ilva. La manifestazione, che promette una grande partecipazione, nasce dall’iniziativa di diverse associazioni locali ed è stata lanciata sulla pagina Facebook “L’ora di Taranto”, punto di riferimento per chi vuole restare aggiornato e unirsi alla mobilitazione.

Piazza della Vittoria, il cuore della protesta

Alle 9 del mattino, in piazza della Vittoria, nel centro storico, si raduneranno i manifestanti. Da lì partirà una marcia che attraverserà cinque luoghi simbolo della città, fino ad arrivare al Varco Est del porto. “Taranto non è una città qualunque. È ferita, sì, ma ancora viva. E piena di possibilità”, si legge nel messaggio degli organizzatori. Un appello diretto, quasi familiare, che ricorda anni di promesse tradite e invita a “mettere fine ai ricatti, chiedendo un futuro fatto di salute, lavoro vero, ricerca, bonifiche e bellezza”.

Durante il corteo, ci saranno testimonianze di chi già oggi sta provando a costruire un futuro diverso per la città. “Il cambiamento non arriva da solo. Lo prendiamo in mano insieme”, spiegano i promotori. Un messaggio che risuona forte tra le vie del centro, dove la vicenda ex Ilva è un tema quotidiano.

Salute, lavoro e ambiente: le ragioni di una protesta

Al centro della protesta c’è la richiesta di un cambio di rotta nella gestione della vertenza ex Ilva. Il movimento “Giustizia per Taranto”, tra i promotori, ricorda che l’idea della manifestazione è nata durante l’assemblea pubblica del 16 settembre. “Chiediamo alle istituzioni di investire nella riconversione del territorio e non nel salvataggio della fabbrica”, spiega uno dei portavoce. “La vera vergogna è continuare a buttare soldi pubblici senza offrire una prospettiva reale per la salute, l’ambiente e il lavoro”.

I promotori sottolineano come l’attuale modello non garantisca nulla né ai lavoratori né ai cittadini. “Non mettere in piedi un piano che tuteli i lavoratori e apra nuove strade sociali ed economiche, come si fa altrove, è una scelta miope”, aggiunge un attivista durante uno degli incontri preparatori.

Tra promesse mancate e attese infinite

Negli ultimi anni, Taranto ha vissuto una lunga stagione di speranze deluse. L’ex Ilva – oggi Acciaierie d’Italia – resta al centro di una crisi che coinvolge migliaia di famiglie. Sono oltre 8.000 gli addetti diretti e almeno 3.000 quelli dell’indotto. Eppure, la città continua a fare i conti con emergenze ambientali e sanitarie. Secondo l’ultimo rapporto dell’ARPA Puglia, le polveri sottili restano sopra la media nazionale in alcune zone vicino allo stabilimento.

“Abbiamo visto passare governi, commissari e amministratori straordinari – racconta un residente del quartiere Tamburi – ma qui le cose non cambiano mai davvero”. Da piazza arriva la richiesta di un investimento serio sulla bonifica e sulla diversificazione dell’economia: turismo, ricerca, innovazione. “Non possiamo più vivere solo di acciaio”, ammette un giovane imprenditore locale.

Le istituzioni guardano, la città aspetta risposte

La manifestazione di sabato arriva in un momento delicato anche sul fronte politico. Il governo Meloni ha più volte detto di voler risolvere la questione ex Ilva, ma i circa 680 milioni stanziati finora – secondo il Ministero delle Imprese – non hanno ancora portato a risultati concreti sul fronte della riconversione. Dal Comune assicurano che seguiranno la giornata con attenzione: “Sappiamo quanto sia difficile e quanto la città abbia bisogno di risposte”, dice un assessore all’Ambiente.

Nel centro storico si respira un clima fatto di attesa e scetticismo. “Vedremo se questa volta qualcuno ci ascolterà davvero”, commenta una commerciante in via D’Aquino. Sabato mattina, Taranto proverà ancora una volta a far sentire la sua voce. Con la forza dei cittadini e i passi di una marcia che chiede futuro e dignità.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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