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Gianfranco Rosi punta all’Oscar con ‘Sotto le nuvole’

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Gianfranco Rosi punta all'Oscar con 'Sotto le nuvole'
Gianfranco Rosi punta all'Oscar con 'Sotto le nuvole'
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Los Angeles, 11 giugno 2024 – Gianfranco Rosi ha portato il suo ultimo documentario, “Sotto le Nuvole”, proprio nel cuore pulsante di Los Angeles. Qui si sta giocando una partita decisiva: convincere i membri dell’Academy a inserire il film tra i candidati all’Oscar per il miglior documentario. La scelta arriverà il 16 dicembre, mentre la cerimonia della 98ª edizione si terrà il 15 marzo 2026. Per Rosi, che nel 2017 aveva già sfiorato la statuetta con “Fuocoammare” (dopo aver vinto l’Orso d’Oro a Berlino nel 2016 e il Leone d’Oro a Venezia nel 2013 con “Sacro GRA”), sarebbe la seconda nomination.

Il Vesuvio come non l’avete mai visto: tre anni a Napoli

Al centro di “Sotto le Nuvole” c’è il Vesuvio, raccontato in modo nuovo, quasi intimo. Durante un incontro all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, Rosi ha svelato di aver passato tre anni a Napoli per girare questo film in bianco e nero. “Quando ho iniziato non avevo idea precisa di cosa fare. Sapevo solo cosa volevo sentire”, ha raccontato, seduto davanti a un pubblico attento. “Volevo mostrare il peso del tempo e della storia. Sono concetti belli da mettere nero su bianco, ma poi la realtà è un’altra. Quando arrivi sul posto, serve tempo per entrare in sintonia con la città e chi ci vive”.

Il film, presentato anche al festival dell’American Film Institute, ha già conquistato pubblico e critici. Rosi non nasconde la fatica: “Solo dopo mesi ho capito come raccontare quella città, quel vulcano. Ci vuole tanta pazienza”.

La musica che cambia tutto: Daniel Blumberg firma la colonna sonora

Per la prima volta, Rosi ha deciso di affidarsi a una vera colonna sonora originale. A firmarla è Daniel Blumberg, 33enne britannico che lo scorso anno ha vinto l’Oscar per la musica di “The Brutalist” di Brady Corbet. “Finora non avevo mai usato una colonna sonora nei miei film”, ha ammesso il regista, “ma questa volta serviva qualcosa in più. Per la scena sott’acqua finale volevo qualcosa con ritmo, non solo il suono dell’ambiente. Avevo bisogno di musica”.

Il legame tra i due nasce dodici anni fa a Istanbul, durante un festival. “Lui era molto giovane, ma siamo diventati amici”, ricorda Rosi. “Amo la sua musica. Ci capiamo. Fa tutto da solo, proprio come me”. Quando ha chiamato Blumberg per “Sotto le Nuvole”, il compositore era appena tornato dall’Oscar. “Gli ho detto: ‘Vinci di sicuro, quindi voglio un sì adesso’. Per fortuna ha accettato e pochi giorni dopo è arrivato a Roma con la statuetta in mano”.

Un lavoro artigianale tra Londra e Napoli

Blumberg ha passato due giorni a vedere il film, prendendo appunti e immaginando la musica. Poi è sparito per un po’ a lavorare su un altro progetto (“The Testament of Ann Lee” di Mona Fastvold). “Gli scrivevo, lui mi chiedeva di fidarmi e avere pazienza”, sorride Rosi.

A meno di un mese dall’anteprima a Venezia, Blumberg è tornato al lavoro: “Mi ha detto: ‘Non farò solo il finale. Dobbiamo mettere musica in undici momenti, dall’inizio alla fine’”. Così sono iniziate le prove: insieme al sassofonista John Butcher hanno sperimentato registrazioni sott’acqua nella vasca da bagno di Blumberg a Londra, scoprendo suoni sorprendenti.

Poi il viaggio a Napoli, sulla spiaggia dove si era girata la scena subacquea: microfoni tra le rocce, altoparlanti in mare, cinque o sei registratori diversi per catturare ogni minimo dettaglio. “Un lavoro enorme, contro il tempo”, ammette Rosi, “ma ha trasformato il film. Gli ha dato respiro, quella sensazione di sospensione che volevo fin dall’inizio”.

La corsa all’Oscar è appena cominciata

Ora non resta che aspettare la decisione dell’Academy. Se “Sotto le Nuvole” entrerà nella rosa dei documentari in gara, l’Italia tornerà sotto i riflettori del cinema internazionale d’autore. Rosi non si sbilancia: “Per me l’importante era raccontare una storia vera, senza filtri”. Eppure, tra le sale di Los Angeles e le strade di Napoli, si sente già un’aria diversa. Quella delle grandi occasioni.

Written by
Sara Lucchetta

Sono una giornalista appassionata di Università, ricerca e tutto ciò che ruota attorno al mondo dello studio. La mia missione su smetteredilavorare.it è quella di esplorare e raccontare le sfide e le opportunità che gli studenti e i ricercatori affrontano ogni giorno. Credo fermamente nel potere della conoscenza e nel valore dell'istruzione come strumento di cambiamento. Oltre a dedicarmi alla mia passione per l'istruzione, mi piace anche tuffarmi nel mondo dello spettacolo e del cinema. Scrivere di film e eventi culturali mi permette di esprimere la mia creatività e di esplorare le diverse sfaccettature della vita. Quando non sono impegnata a scrivere, mi trovate spesso a cercare nuovi film da vedere o a discutere di tendenze culturali con amici e colleghi. La mia curiosità mi guida in ogni racconto e spero che le mie parole possano ispirare e informare chi legge.

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