Treviso, 27 ottobre – È stata trovata senza vita nel suo letto, sabato mattina, Chiara Zardo, 18 anni da poco compiuti. La giovane abitava con la famiglia a Pederobba, in provincia di Treviso. La sera prima era uscita con alcuni amici e si era lamentata solo di un leggero mal di gola. La Procura ha aperto un’inchiesta per capire cosa è successo. Per ora le cause sembrano naturali, ma restano misteriose: Chiara non aveva malattie note né problemi di salute importanti.
Una serata tranquilla, il ritorno a casa e il dramma del mattino
I carabinieri di Pederobba hanno ricostruito la serata: Chiara è tornata a casa intorno a mezzanotte dopo aver passato la serata con il suo gruppo di amici. Aveva solo un po’ di mal di gola, ne aveva parlato con la madre, Elisa Ciannillo. Lei le ha dato una compressa di ibuprofene, un gesto ormai di routine. Poi Chiara si è messa a letto nella sua stanza al primo piano. Niente sembrava fuori posto.
Ma la mattina dopo, poco dopo le otto, la madre si è accorta che Chiara non si era ancora alzata. Dopo aver bussato senza risposta, è entrata. I vicini raccontano la scena: Elisa che chiama il 118, i soccorsi che arrivano di corsa e quel silenzio improvviso che cala sulla casa. I medici hanno potuto solo constatare il decesso. «Voglio capire perché mia figlia non c’è più», ha detto la madre ai giornalisti, con la voce rotta. «Era sana, escludo droghe o comportamenti pericolosi».
Procura e indagini: la ricerca della verità
La Procura di Treviso ha disposto il sequestro della salma, ora all’obitorio di Montebelluna. Il pubblico ministero ha chiesto all’Ulss 2 Marca Trevigiana di fare un esame esterno e di valutare se serva l’autopsia completa. Gli investigatori hanno già sentito amici e parenti. Nella stanza niente di sospetto: nessun segno di violenza, solo una bottiglietta d’acqua sul comodino e il telefono spento.
Tra le piste al vaglio ci sono un malore improvviso, una reazione al farmaco preso o una malattia non diagnosticata. «Per ora non c’è nulla che faccia pensare a cause diverse da quelle naturali», spiegano gli inquirenti, «ma vogliamo vederci chiaro». L’autopsia, prevista nei prossimi giorni, sarà decisiva.
Chiara, il ricordo e l’attesa di risposte
Chiara frequentava l’ultimo anno del liceo scientifico a Valdobbiadene. Amava lo sport, soprattutto la pallavolo, e sognava l’università. Gli amici la ricordano come una ragazza solare e piena di iniziative. «Aveva tanti progetti», dice una compagna di scuola davanti ai cancelli. In paese la notizia si è sparsa subito. Sabato pomeriggio davanti alla casa dei Zardo, in via Roma, molti si sono fermati a lasciare fiori bianchi.
La famiglia cerca risposte. «Non capiamo cosa sia successo», confida uno zio seduto sul muretto. «Chiara non aveva mai avuto problemi». Solo gli esami potranno dire se è stata una tragica fatalità o se c’è dietro qualcosa di medico ancora da scoprire.
Intanto la sua stanza resta chiusa. Sul letto, una felpa grigia piegata con cura e il diario scolastico aperto sul 25 ottobre.