Palermo, 12 giugno 2024 – Nel cuore della notte una telefonata ha spezzato il silenzio: una voce di bambina che chiedeva aiuto. È stato quel grido a far scattare l’indagine dei carabinieri di Monreale, che ha portato all’arresto di una donna di 30 anni e del suo compagno, 44 anni. Sono accusati di aver costretto i figli minorenni della donna a subire rapporti sessuali. I due sono stati portati in carcere a Pagliarelli, mentre i bambini sono stati affidati a una comunità protetta.
Quando una chiamata salva due vite
Tutto è cominciato con una telefonata al Telefono Azzurro. A chiamare è stata la figlia più piccola della coppia, una bambina – di cui non si conosce l’età per proteggere la privacy – che ha raccontato agli operatori ciò che succedeva in casa. “Ci costringevano a partecipare”, avrebbe detto, parlando di sé e del fratello maggiore. Gli operatori, colpiti dalle parole, hanno subito allertato i carabinieri.
I militari sono arrivati nell’abitazione alla periferia di Monreale. Hanno trovato i due bambini e raccolto le prime prove. L’appartamento è stato posto sotto sequestro. “Abbiamo preso telefoni, computer e altro materiale elettronico”, ha spiegato un investigatore. Ora tutto sarà esaminato con attenzione nei prossimi giorni.
Abusi in una famiglia isolata
Secondo la procura di Palermo, gli abusi si consumavano in un ambiente segnato dall’isolamento e dal degrado. La madre e il compagno avrebbero coinvolto sistematicamente i due minori nei loro rapporti sessuali. L’accusa è di “atti sessuali con minorenne”, un reato grave che ha portato a una custodia cautelare immediata per entrambi.
Il procuratore aggiunto, Ennio Petrigni, ha sottolineato l’importanza della segnalazione fatta dagli operatori del Telefono Azzurro: “È stato grazie a quel tempestivo intervento che siamo riusciti a fermare tutto prima che peggiorasse”.
Indagini in corso e protezione ai bambini
Durante la perquisizione, i carabinieri hanno raccolto diversi dispositivi elettronici. “Stiamo controllando se ci sono altre prove o tracce digitali che confermino la versione dei bambini”, ha detto un ufficiale. Intanto i due minori sono stati allontanati dalla famiglia e affidati a una struttura protetta. Non si conoscono dettagli sul loro stato psicologico, ma chi li segue parla di “forte shock”.
Ora il caso è in mano a un’équipe composta da psicologi, assistenti sociali e magistrati minorili. “La priorità è proteggere i bambini”, ha ribadito una funzionaria del Tribunale per i Minorenni di Palermo.
La comunità sotto choc
A Monreale la notizia ha colpito tutti. Nella piazza principale, davanti al bar “Al Duomo”, alcuni abitanti commentano con incredulità. “Mai avrei pensato che potesse succedere da noi”, dice una donna che vive vicino alla casa sequestrata. Il sindaco, Alberto Arcidiacono, ha espresso “vicinanza ai bambini coinvolti” e ha chiesto a tutti di rimanere uniti e attenti.
L’appartamento resta sigillato. Sul portone c’è il nastro bianco e rosso dei carabinieri. Poco distante, una bicicletta da bambino appoggiata al muro. Nessuno si avvicina.